La Ausl è stata condannata a risarcire 800 mila euro alla famiglia di un uomo, ucciso da un batterio killer il 4 luglio 2013

Si chiude con un maxi risarcimento ai familiari la vicenda sulla morte di E.U., 74 anni, ucciso da un batterio killer il 4 luglio del 2013, dopo una degenza all’ospedale di Ravenna.

Secondo il giudice Alessandra Medi, l’uomo non morì a causa dell’operazione cui fu sottoposto, ma in conseguenza di un’infezione letale contratta durante la degenza al nosocomio di Ravenna, come riporta Il Resto del Carlino.

Pertanto, secondo il Tribunale civile, la struttura sanitaria non avrebbe adottato le necessarie cautele in tema di norme igieniche in sala operatoria.

Da qui il maxi risarcimento di quasi 800mila euro che il giudice ha disposto a favore dei familiari dell’uomo, ucciso da un batterio killer dopo il trasferimento alla clinica Domus Nova e a tre mesi complessivi dal ricovero.

La vicenda

Tutto era partito dall’esposto del figlio, che affermava come il padre fosse stato ricoverato il 2 aprile 2013 per un intervento programmato di rimozione di un adenoma villoso al colon. L’intervento era andato bene. Tuttavia, dopo alcuni giorni si era presentata un’occlusione intestinale. Da lì c’era stato un nuovo ingresso in sala operatoria, ma durante l’intervento si era verificato un versamento interno che ha messo a rischio la vita del pazienze. Uscito dalla sala operatoria, l’uomo è stato ricoverato in terapia intensiva finché non ha superato la fase critica. A quel punto, viene sottoposto a un terzo intervento per inserire la protesi intestinale e chiudere la ferita.

Nell’esposto il figlio racconta che dalla cicatrice, prima pulita, ha cominciato a uscire liquido.

Dopo circa una settimana, l’uomo viene colpito da arresto cardiaco, ricoverato nuovamente in rianimazione e poi in stanza sterile.

Il tutto finché a metà giugno i problemi chirurgici sono apparsi superati e si è deciso per il trasferimento in un’altra struttura per la riabilitazione. Il posto si è liberato alla Domus Nova, dove il 74enne è stato trasferito e dove è morto il 4 luglio 2013.

Adesso, però, la Procura di Ravenna ha messo la parola fine alla vicenda accertando le responsabilità della Ausl.

 

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