Nel corso dell’incontro con i sindacati medici, Regioni e Ministero della Salute e dell’Università  hanno illustrato le proposte di legge delega per la valorizzazione della professione medica. Ora, spetterà ai sindacati valutarli nelle prossime due settimane.

La proposta dei ministeri della Salute e Miur

Formazione professionale: i Ministeri dell’Istruzione e della Salute prevedono l’istituzione di una rete formativa regionale che sia costituita non solo da strutture universitarie, ma anche da strutture ospedaliere (con accreditamento per la formazione specialistica sulla base di criteri condivisi tra MIUR e Ministero della Salute).

Si prevede una revisione del sistema di accreditamento: tra i criteri ulteriori dovranno essere considerati anche il volume complessivo delle attività, la complessità della casistica e il livello tecnologico delle strutture, al fine di garantire una maggiore qualità della formazione specialistica.

Medici specializzandi: dovranno essere inseriti all’interno delle strutture, con graduale assunzione di responsabilità assistenziale. Ma la valutazione finale del medico in formazione specialistica rimane di competenza della scuola di specializzazione.

Sviluppo della carriera: i Ministeri Miur-Salute propongono una carriera professionale distinta da quella manageriale che dovrà essere articolata in base a complessità degli incarichi conferiti, mediante la graduazione delle posizioni, stabilendo che la retribuzione di posizione contrattuale e aziendale possa essere equivalente a quella prevista per i direttori di struttura complessa e che le indennità contrattualmente definite per la parte tabellare della retribuzione e per l’esclusività di rapporto per i dirigenti di struttura siano attribuibili anche ai dirigenti con incarico professionale in identica misura. E, per questo, si prevede l’implementazione dei sistemi di valutazione delle competenze professionali acquisite.

Fabbisogno standard: la proposta è quella di definire una metodologia condivisa che tenga conto di parametri qualitativi e di efficienza di utilizzo delle risorse umane; degli obiettivi e dei livelli essenziali di assistenza indicati dal Piano sanitario nazionale e da quelli regionali;  delle reti di offerta territoriali ed ospedaliere e del loro sviluppo, 4. dei cambiamenti della domanda di salute, legati in particolare alle modifiche demografiche ed epidemiologiche;  della evoluzione tecnologica; dello sviluppo delle competenze dei professionisti sanitari.

La proposta delle Regioni

Anche per le Regioni, in materia di formazione specialistica, andrebbe istituita una rete formativa regionale che sia costituita da strutture universitarie, strutture ospedaliere e strutture territoriali del SSN (con accreditamento per la formazione specialistica). Anche in questo caso è prevista la revisione del sistema di accreditamento e la revisione della composizione dell’osservatorio nazionale della formazione medica-specialistica (che assicuri la componente regionale in presenza paritaria).
Da parte delle Regioni, però, arriva la richiesta di revisione della composizione e dell’organizzazione dell’osservatorio regionale per la formazione medico-specialistica, che assicuri una adeguata rappresentanza della regione.

Per quel che riguarda l’inserimento dei medici specializzandi all’interno delle strutture, anche le Regioni hanno delineato le specifiche modalità, in coerenza con le finalità formative della Scuola di specializzazione: dovranno avvenire sotto la supervisione della stessa, con graduale assunzione di responsabilità assistenziale. La valutazione finale del medico in formazione specialistica resta  anche per le Regioni di competenza della scuola di specializzazione. Ma la proposta regionale prevede la possibilità, anche per gli enti in piano di rientro e per le province autonom,e di finanziare contratti di formazione specialistica aggiuntivi per le reti formative regionali/provinciali.

Sulla carriera, le Regioni hanno previsto l’intercambiabilità dei due percorsi (professionale e gestionale) con  trattamenti di retribuzione complessivi equivalenti e l’implementazione dei sistemi di valutazione delle competenze professionali e manageriali acquisite.

In tema di standard e fabbisogno di professionisti le Regioni prevedono di definire una metodologia che tenga conto dei seguenti punti:
1. degli obiettivi e dei livelli essenziali di assistenza indicati dal Piano sanitario nazionale e da quelli regionali;
2. di parametri qualitativi e di efficienza di utilizzo delle risorse umane;
3. degli obiettivi e dei livelli essenziali di assistenza indicati dal Piano sanitario nazionale e da quelli regionali;
4. delle reti di offerta territoriali ed ospedaliere e del loro sviluppo, così come determinate, in particolare,
5. dei cambiamenti della domanda di salute, legati in particolare alle modifiche demografiche, epidemiologiche e alle patologie emergenti;
6. della evoluzione tecnologica;
7. dello sviluppo delle competenze dei professionisti sanitari.

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