Parere favorevole da Palazzo Spada al taglio dei vitalizi per i parlamentari di Palazzo Madama cessati dal mandato

Il Consiglio di Stato, con il parere n. 2016/2018, ha espresso parere favorevole sulla riforma della disciplina dei vitalizi spettanti ai parlamentari cessati dal mandato. L’intervento di Palazzo Spada era stato richiesto dal Consiglio di Presidenza del Senato relativamente ad alcuni aspetti giuridici del provvedimento. In particolare i quesiti riguardavano l’idoneità della fonte regolamentare a disciplinare la materia, nonché i profili di costituzionalità dell’intervento normativo.

Il Consiglio di Stato ha chiarito che un intervento normativo in materia è possibile, ma dovrà “rispettare i parametri del quadro costituzionale”. Dovrà peraltro tenere conto delle peculiarità proprie dei vitalizi, raffrontando la causa giustificativa dell’attribuzione del beneficio con quella dell’intervento normativo che si intende adottare, “operando un bilanciamento dei diversi interessi che eventualmente vengano in conflitto”.

Ai fini della valutazione della ragionevolezza della norma retroattiva, inoltre, occorre compiere un ‘necessario bilanciamento’ tra il perseguimento dell’interesse pubblico sotteso al mutamento normativo e la tutela da riconoscere al legittimo affidamento nella sicurezza giuridica, nutrito da coloro che hanno conseguito una situazione sostanziale consolidata sulla base della normativa previgente

Secondo la Commissione Speciale di Palazzo Spada, quindi, è possibile incidere sulle situazioni sostanziali poste dalla normativa precedente.

Tuttavia è necessario che la nuova disciplina sia razionale e non arbitraria. Essa non deve pregiudicare in modo irragionevole la situazione oggetto dell’intervento. Inoltre, è necessario che sussista una causa normativa adeguata e giustificata da un’inderogabile esigenza di intervenire o da un interesse pubblico generale.

Quanto alla legittimità della fonte regolamentare il Consiglio di Stato ha ritenuto idoneo lo strumento adottato da Palazzo Madama per la disciplinare della materia. Di conseguenza sono esclusi profili di possibile responsabilità, a carico del Consiglio di Presidenza del Senato e dei suoi componenti, derivanti dall’approvazione della delibera in considerazione.

 

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