Presso l’Irccs Fatebenefratelli di Brescia sviluppati e validati scientificamente programmi informatici e infrastrutture in grado di prevedere come progredirà l’Alzheimer

Si celebra domani, 21 settembre, la giornata mondiale dell’Alzheimer, malattia neurodegenerativa per la quale non esiste ancora una cura. “Questa patologia costa l’1% del prodotto interno lordo mondiale. Nel mondo, sono oltre 44 milioni le persone affette da demenza, che diventeranno 76 milioni nel 2030 e 135 milioni nel 2050, con costi umani, sociali ed economici enormi”. A sottolinearlo in una nota è l’Irccs Fatebenefratelli di Brescia, unico istituto di ricovero e cura a carattere scientifico dedicato alle malattie della mente e punto di riferimento per l’Alzheimer.

L’Alzheimer – da sola – costa ai cittadini europei circa €200 miliardi ogni anno in termini di cure e mancata produttività. Per queste ragioni – sottolinea la struttura sanitaria lombarda – si investe nella medicina personalizzata evidenziando come presso l’Irccs Fatebenefratelli sono stati sviluppati e validati scientificamente programmi informatici e infrastrutture in grado di prevedere come progredirà la demenza.

“Anche in medicina, da soli si fa più in fretta ma assieme si va più lontano”, commenta Alberto Redolfi, capo-unità del laboratorio di Neuroinformatica dell’Irccs e responsabile informatico dell’Istituto Virtuale delle Demenze.

“L’idea – prosegue – di condividere molteplici livelli d’informazione biomedica provenienti da test clinici e neuropsicologici, imaging cerebrale tramite MR e PET, test genetici di un gran numero di pazienti, seguiti per molti anni e provenienti da plurime realtà ospedaliere, risponde ad una necessità sempre più urgente: individuare i soggetti a maggior rischio di Alzheimer. Questa è la via che nel mondo della ricerca, e in particolar modo nelle neuroscienze, si sta percorrendo con l’obiettivo di utilizzare grosse quantità di dati rappresentativi della popolazione e proiettare il malato nell’era della medicina personalizzata”. 

La grande innovazione della medicina personalizzata, quella che fa veramente la differenza, sta nel fatto che nelle piattaforme informatiche come quelle che vengono sviluppate nei laboratori dell’IRCCS di Brescia – le cosiddette Cloud – sono presenti dati grezzi multimodali distribuiti. 

Le piattaforme realizzate dall’Irccs di Brescia espongono oggi più di 10.000 soggetti per un totale di 10 milioni di biomarcatori che possono essere utilizzati per svariati tipi di analisi. 

Per la precisione, a oggi, nella Cloud del Fatebenefratelli sono presenti 120.000 esami diagnostici, il 56% sono provenienti da donne, il 44% da uomini, con una durata media di follow-up di 2 anni. Il follow-up più lungo tra i pazienti attualmente inclusi ha una durata di 10 anni.

“Il nostro sforzo – spiega Redolfi – è di mettere a disposizione di tutti i ricercatori e clinici strumenti automatici di supporto alla diagnosi e prognosi semplicemente schiacciando un bottone. Questi strumenti si basano su modelli matematico-meccanicistici avanzati e, più recentemente, di intelligenza artificiale. I primi algoritmi modellano, per ogni soggetto, la progressione del biomarcatore di interesse secondo traiettorie lineari o sigmoidali in relazione al tempo riuscendo a determinare se l’insorgenza della malattia sarà più rapida e precoce rispetto alla popolazione di riferimento”.

“Tutto ciò fornisce la capacità di effettuare previsioni di come progredirà la malattia a distanza di 10-15 anni dall’insorgenza dei primi sintomi di decadimento cognitivo. I secondi algoritmi permettono di stratificare, attraverso un approccio completamente ‘data-driven’ ed olistico, a quale classe fenotipica il soggetto appartiene. Ovviamente, per la messa a punto di questi algoritmi di predizione e classificazione, sono necessarie le grosse moli di dati delle infrastrutture Cloud che abbiamo citato”.

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