I camici bianchi sono accusati di una concatenazione di errori, a partire dall’ arteria tonsillare lesionata con il bisturi

Due medici finiranno a processo per la morte di una bambina di 10 anni, deceduta a causa di una arteria tonsillare lesionata nel corso di un intervento. Si tratta di un anestesista e un chirurgo in servizio presso una clinica romana. Per loro il capo di imputazione è di omicidio e falso ideologico.

I fatti risalgono al luglio del 2015. Secondo quanto ricostruito dalla Procura l’intervento alle tonsille ha inizio alle 10 di una giornata di luglio. Alle 10.40 circa, la paziente subisce la lesione di un’arteria tonsillare. In sala operatoria le vengono quindi applicati dei punti e viene intubata. La situazione sembra sotto controllo e i medici decidono di estubarla, ma di lì a poco l’emorragia riprende determinando uno “shock ipossico/ipovolemico”.

Il trasferimento della giovane all’Ospedale Bambino Gesù non serve a scongiurare il triste epilogo della vicenda. La ragazza morirà il pomeriggio stesso.

Secondo l’ipotesi accusatoria la tragedia si sarebbe verificata a causa di una concatenazione di errori. A partire dall’ arteria tonsillare lesionata con il bisturi per arrivare all’estubazione effettuata con “imprudenza”. Proprio quest’ultima manovra avrebbe provocato alla paziente un arresto cardiaco, lo sballamento dei valori ematici e una copiosa perdita di sangue.

I medici, inoltre, sempre secondo l’accusa, avrebbero tentato di nascondere le loro responsabilità. In particolare l’anestesista avrebbe tentato coprire gli sbagli scrivendo nella cartella clinica che l’emorragia era stata causata da “un improvviso colpo di tosse”.

Il Giudice per l’udienza preliminare ha quindi deciso di rinviare a giudizio i sanitari indagati. La fase dibattimentale servirà a chiarire le loro responsabilità in relazione al decesso della ragazza.

“Il tribunale disporrà una perizia durante il processo per fare luce su quanto avvenuto – ha affermato al Corriere della Sera il legale del chirurgo – . Intanto spero che le assicurazioni trovino una soluzione”.

 

 

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