La giornata di oggi mi vede nuovamente in aggiornamento, ho scelto quindi per te un interessante articolo che riporto qui di seguito.
Un gruppo di ricercatori americani avrebbe messo a punto un cocktail di sostanze chimiche in grado di ottenere lo stesso risultato che si ottiene dalle attività aerobiche: impedirebbe al muscolo di trarre energia dai carboidrati e permetterebbe il metabolismo dei grassi.
Anche se, al momento, la sperimentazione si è svolta e ha dato esiti incoraggianti solo su cavie da laboratorio, la scoperta ha del sensazionale. Al Salk Institute di La Jolla, in California, un gruppo di ricercatori ha individuato una sostanza chimica capace di attivare nell’organismo le stesse risposte fisiologiche che potrebbe generare un’intensa sessione di allenamento fisico, come l’aumento della combustione dei grassi e della resistenza fisica.
Lo studio, pubblicato su Cell Metabolism, è di fondamentale importanza perché potrebbe consentire alle persone anziane, obese, con malattie cardiache o polmonari, o comunque dalla limitata mobilità, di trarre quei benefici tipici dell’esercizio fisico che al momento sono loro preclusi.
Gli scienziati americani, partendo da studi condotti in passato, hanno identificato l’espressione genetica che viene attivata da attività aerobiche, come per esempio la corsa, e sono riusciti a mettere a punto un cocktail di sostanze chimiche in grado di ottenere lo stesso risultato.
Sviluppare una resistenza fisica significa essere in grado di sostenere un’attività aerobica per lunghi periodi di tempo, e ciò fa sì che i muscoli brucino dapprima i carboidrati, come il glucosio, e successivamente i grassi. In un precedente studio il gruppo di scienziati guidati da Evans aveva scoperto che modificando geneticamente dei topolini, in modo da attivare permanentemente un gene chiamato PPAR delta (PPARD), in questi si accresceva notevolmente la resistenza senza alcun allenamento specifico; inoltre ingrassavano con meno facilità. Successivamente a ciò, i ricercatori hanno scoperto che una sostanza chimica, la GW1516 (GW), era in grado di attivare PPARD, influenzando però solo il peso, non la resistenza.
Nello studio più recente, ai topi è stata somministrata una dose più elevata di GW1516, per tempi più lunghi; dopodiché sono stati sottoposti a prove di resistenza su tapis roulant: ne è emerso che questi resistevano il 70% più a lungo (270 minuti contro i 160) dei topi ai quali non era stata somministrata la GW.
L’analisi molecolare sui muscoli dei topi trattati ha evidenziato come la GW1516 influisca su 975 espressioni genetiche diverse, attivandole o disattivandole a seconda dei casi: il farmaco impedisce al muscolo di trarre energia dai carboidrati, attivando inoltre il metabolismo dei grassi. In tal modo il muscolo può comunque funzionare al meglio, mentre gli zuccheri rimangono disponibili per il cervello.
(Fonte salute.ilgiornale.it)

Dr Paolo Scannavini

pscannavini@gmail.com

Fisioterapista e Kinesiologo

Responsabile Fisioterapia Fisiopalestra MeRiBen

Mysa trainer

PNL Pratictioner

Consulente Wellness per Aziende

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