Condiviso con il Ministero della Salute un documento che condensa in 16 punti una serie di proposte per far fronte alla carenza di medici specialisti. Insorgono i sindacati

“Per affrontare l’attuale carenza di medici specialisti sono necessari interventi urgenti al fine di garantire adeguati servizi sanitari”. Lo dichiara Stefano Bonaccini, presidente della Conferenza delle Regioni, spiegando l’elaborazione di un documento composto da 16 punti contenenti una serie di proposte per risolvere il problema della carenza dei medici nel Servizio Sanitario Nazionale. L’obiettivo è quello di garantire e assicurare l’erogazione dei LEA, i livelli essenziali di assistenza, su tutto il territorio nazionale.

“La Conferenza delle Regioni e delle Province autonome – spiega Bonaccini – propone provvedimenti per superare l’emergenza, sia temporanei che strutturali e di sistema, che implicano il coinvolgimento di più soggetti istituzionali. Quindi mettiamo a disposizione del ministero della Salute il documento della Conferenza delle Regioni per condividerlo, nella consapevolezza che siano necessari interventi immediati e quindi normative straordinarie e urgenti”.

Il documento citato, nello specifico, prevede, tra l’altro, di accelerare l’accesso dei medici al Servizio Sanitario Nazionale, garantendo la possibilità di poter conseguire la specializzazione.

Anche per chi si sta specializzando l’assunzione a tempo indeterminato dovrà prevedere il completamento del percorso formativo.

“Sono inoltre da prevedere – rileva Bonaccini – norme che consentano per il prossimo triennio ai medici di stipulare contratti di lavoro autonomo anche per lo svolgimento delle funzioni ordinarie, il conferimento dell’incarico a medici in possesso di altra specializzazione e l’assunzione a tempo determinato degli specializzandi già presenti nelle graduatorie concorsuali”.

“Serviranno anche risorse aggiuntive – prosegue il Governatore dell’Emilia Romagna – per valorizzare con adeguati compensi le professionalità sanitarie rivolte alla guardia medica o in pronta disponibilità sanitaria e per aumentare i posti a livello nazionale nelle scuole di specializzazione. Infine – conclude – vanno nel contempo valorizzati gli specializzandi, con più specifici obiettivi formativi, e le competenze delle professioni infermieristiche, ostetriche, tecniche, della riabilitazione e della prevenzione”.

Immediata la replica di alcuni sindacati, in primis l’Anaao Assomed, che critica in una nota alcuni aspetti del documento approvato dalle Regioni.

In particolare il Segretario Nazionale Carlo Palermo sottolinea che i medici e dirigenti del Ssn sono a favore di un grande piano assunzionale che copra le attuali carenze nelle dotazioni organiche. “Negli ultimi tre anni – specifica – si sono specializzati circa 15 mila medici. Inoltre in base a quanto previsto dal DL Calabria potrebbero essere assunti a tempo determinato circa 9000 specializzandi del 4 e 5 anno. Una platea sufficiente a coprire le  esigenze delle aziende sanitarie. Siamo contrari ad assumere neo laureati abilitati al di fuori di un percorso di specializzazione.

“Diciamo basta – aggiunge Palermo – alla creazione di aree di parcheggio senza prospettive e destinate solo ad aumentare il precariato inaccettabile, condizione inaccettabile in un settore specialistico come quello ospedaliero. Così come siamo contrari alle assunzioni con contratti libero professionali che non permettono lo sviluppo delle capacità tecniche e professionali delle equipe che richiede rapporti di lavoro stabili. Le Regioni pensino a migliorare le condizioni di lavoro e a rendere più attrattivo economicamente un lavoro che nessuno vuole più fare”.

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