Al momento della sostituzione del contraccettivo, un barretta monouso che impedisce l’ovulazione, il medico non era riuscito a trovare il dispositivo precedentemente inserito

La Procura di Ravenna ha iscritto nel registro degli indagati un ginecologo in servizio presso una clinica privata. Il professionista è accusato di lesioni colpose in relazione a quanto accaduto a una ragazza poco più che ventenne, che nel 2017 si era affidata al medico per la sostituzione di un contraccettivo, una barretta monouso lunga quattro centimetri che impedisce l’ovulazione per almeno tre anni, che nel 2014 le era stato inserito nel braccio.

In base a quanto riportato nell’esposto presentato alla magistratura, il camice bianco indagato si sarebbe occupato di togliere il vecchio contraccettivo, per poi lasciare l’incombenza del nuovo inserimento a una infermiera.

Nel maggio scorso la giovane, lamentando vari problemi fisici, si sarebbe presentata anzitempo per la rimozione della barretta: ma lo stesso ginecologo non sarebbe più riuscito a trovarla.

Una tac svolta a inizio giugno avrebbe rivelato che il dispositivo era migrato fino al lobo polmonare destro.

La giovane si sarebbe quindi  recata all’ospedale Sant’Orsola di Bologna dove, dopo alcuni giorni di ricovero, le sarebbe stata sconsigliata l’operazione, in quanto il dispositivo avrebbe assunto una posizione al momento non operabile per via dei rischi connessi.

La paziente, a fronte della prospettiva di dover convivere con quella barretta migrante per il corpo che, come riportato dalla stampa locale, potrebbe anche precluderle la possibilità di diventare madre in futuro, ha quindi di rivolgersi alla magistratura.

Nelle scorse ore il Gip presso il Tribunale di Ravenna ha affidato una specifica consulenza medico legale alla presenza sia degli avvocati del ginecologo che di quello della ragazza, i quali hanno a loro volta individuato propri consulenti. Gli esiti della perizia sono attesi entro 60 giorni.

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