L’Ente previdenziale scende in campo a sostegno dei camici bianchi che svolgono libera professione e che hanno avuto un calo del reddito importante a causa del Covid-19
L’Enpam verserà – con propri fondi – un’indennità di mille euro a tutti i medici e odontoiatri che svolgono libera professione e che hanno avuto un calo del reddito importante a causa del Covid-19.
Si tratta – ha affermato il presidente della Fondazione Alberto Oliveti – di “un segnale di presenza concreto dell’ente previdenziale nei confronti di tutti coloro non hanno un reddito garantito e che danno tanto al rapporto medico paziente, troppi anche la vita .
“Tutti i colleghi – ha aggiunto – possono contare sull’Enpam come primo aiuto, sapendo che promuoveremo ulteriori iniziative per garantire un supporto in questo periodo drammatico. Allo stesso tempo aspettiamo anche gli interventi, per i quali ci siamo battuti moltissimo, da parte del governo”.
La misura andrà a chi esercita unicamente come libero professionista ma anche a chi fa libera professione in parallelo ad attività in convenzione o come dipendente (ad esempio chi fa intramoenia).
L’aiuto potrà essere richiesto da tutti gli iscritti non pensionati, senza limiti di reddito.
Potrà fare domanda chi avrà subito, dopo il 21 febbraio 2020, una riduzione del fatturato di oltre un terzo rispetto all’ultimo trimestre dello scorso anno. L’indennità andrà a tutti i liberi professionisti in regola con i contributi previdenziali e per i quali nel 2019 risultino contributi versati su redditi prodotti l’anno precedente.
Per gli iscritti che hanno cominciato l’attività nel 2019 l’Enpam valuterà sussidi assistenziali secondo un canale differente (assistenza di Quota A).Quanti hanno versato l’aliquota intera del 17,50% riceveranno l’importo intero di 1.000 euro mentre chi versa l’aliquota dimezzata riceverà il 50%. Il sussidio sarà riconosciuto in proporzione anche a chi versa il contributo ridotto del 2 per cento.
A differenza dei 600 euro esentasse che il decreto legge Cura Italia ha stabilito per gli autonomi iscritti alla gestione separata Inps, quest’indennità non verrà finanziata con risorse statali ma con fondi della categoria.
L’indennità verrà erogata per la durata dell’emergenza, con un massimo di tre mesi. L’Enpam ha chiesto che questo beneficio sia esentasse, così come esentasse sono i 600 euro dello Stato.
La decisione è stata deliberata dal Consiglio di amministrazione dell’Enpam il 26 marzo ma l’indennità sarà pagabile solo dopo il via libera dei ministeri vigilanti. In ogni caso la Fondazione comincerà a raccogliere le richieste nei prossimi giorni.
La procedura per richiedere la prestazione sarà disponibile nell’area riservata del sito www.enpam.it dalla prossima settimana. Ad ogni modo l’ordine cronologico di presentazione delle domande non sarà rilevante, poiché l’Enpam intende versare l’indennità a tutti gli iscritti che ne hanno i requisiti.
Chi non è iscritto all’area riservata del sito Enpam può intanto avviare la registrazione, utilizzando se possibile la metà password ricevuta con l’ultimo modello D.
Gli iscritti che svolgono esclusivamente attività libero professionale, in aggiunta all’indennità di mille euro, potranno chiedere all’Ente previdenziale, sempre a fronte delle difficoltà causate dall’epidemia del virus Covid-19, un anticipo sulla pensione maturata sulla Gestione “Quota B”.
La tutela è stata pensata per dare la possibilità all’iscritto di valutare quanto ricevere come acconto in base alle proprie necessità. L’importo massimo che si potrà chiedere sarà una quota pari al 15 per cento della pensione annua che spetterebbe all’iscritto, calcolata al momento in cui fa la domanda.
La misura permetterà all’iscritto di avere un acconto sulla pensione già maturata, e non una restituzione parziale dei contributi versati (il che consente di ottenere una cifra maggiore).
Il requisito principale, quindi, è che l’iscritto che fa domanda abbia l’anzianità contributiva minima per andare in pensione, cioè almeno 15 anni di versamenti.
Potranno fare domanda solo quanti esercitano esclusivamente la libera professione e non ricevere alcun tipo di pensione, né dall’Enpam, né da altri enti previdenziali.
Altro requisito importante, visto il contesto in cui è stato varato il provvedimento, riguarda la situazione reddituale dell’iscritto determinata dall’emergenza Covid-19. Bisognerà infatti autocertificare di aver avuto nel trimestre precedente all’invio della domanda, e comunque a partire dal 21 febbraio 2020, una diminuzione del 33 per cento del fatturato rispetto all’ultimo trimestre del 2019.
I richiedenti dovranno anche essere in regola con il versamento dei contributi all’Enpam. Inoltre nel 2019 devono aver versato contributi di Quota B relativamente a redditi prodotti l’anno precedente.
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