La media nazionale supera il 78 per cento. Ma l’Italia è in ritardo sul fronte e-health

A livello nazionale, la diffusione della ricetta dematerializzata ha superato ormai il 78%  del totale delle ricette. Un segnale positivo nell’ambito di un settore, quello dell’e-health, che secondo una ricerca presentata nei giorni scorsi da I-Com (l’Istituto per la competitività) vede il nostro Paese in notevole ritardo rispetto all’Europa occidentale, relegato al 18esimo posto insieme alla Lituania.

Per uso della ricetta elettronica le cose sembrano invece andare meglio. Lo confermano i dati resi noti da Federfarma, in base ai quali le Regioni più virtuose sul fronte della e-prescription risultano essere la Campania, con un picco del 91,15%, il Molise (89,23%) e il Veneto (89,12%).

“Le farmacie del territorio hanno creduto fin dall’inizio alla dematerializzazione delle ricette dedicando tempo e risorse alla formazione del personale e agli adeguamenti  tecnologici – ha dichiarato Annarosa Racca, presidente di Federfarma -. La ricetta elettronica ha consentito il potenziamento dei controlli della spesa farmaceutica in tempo reale, una  importante  semplificazione per i cittadini, che possono ora accedere al farmaco in ogni zona del Paese, indipendentemente dal luogo di residenza oltre che  un risparmio per l’eliminazione della stampa delle ricette”.

Soddisfatto il presidente di Federfarma Campania, Michele Di Iorio.  “La Campania è la prima Regione a tagliare il traguardo del 90% delle ricette dematerializzate raggiungendo l’obiettivo fissato dall’Agenda Digitale per l’Italia per quest’anno – ha commentato -. Il risultato è stato raggiunto grazie all’impegno di tutte le farmacie del territorio su un obiettivo ritenuto particolarmente prioritario dall’Unione regionale dei titolari.”

Per completare la diffusione della ricetta elettronica a livello nazionale ci vorrà ancora del tempo, anche perché le Regioni sono partite in ordine sparso e in tempi diversi. Ecco la situazione, aggiornata a settembre 2016, relativa agli Enti che seguono la zona podio: Sicilia 88,44%. Provincia Autonoma Trento 88,16%; Valle d’Aosta 87,23%; Piemonte 85,08%; Basilicata 84,57%; Umbria 80,83%; Lazio 79,94%; Emilia Romagna 79,05%; Puglia 78,72%; Liguria 78,42%; Marche 74,93%; Lombardia 73,42%; Abruzzo 72,69%; Sardegna 71,34%; Toscana 66,48%; Friuli Venezia Giulia 63,84%; Calabria 40,58%, Provincia Autonoma di Bolzano 12,57%.

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