Raggiunto un accordo tra L’Asl Serenissima e i familiari di una giovane morta lo scorso ottobre a Venezia per un’embolia polmonare non diagnosticata

L’Asl Serenissima, per tramite del suo servizio assicurativo, risarcirà i genitori, i fratelli e il fidanzato di una giovane di 25 anni morta nell’ottobre del 2019 per un’embolia polmonare non diagnosticata. L’accordo – come riferisce la Nuova di Venezia – è stato raggiunto sulla base di una cifra pari a circa 650mila euro.

In base a quanto ricostruito la ragazza, alcuni giorni prima del decesso, si era rivolta al pronto soccorso dell’ospedale civile di Venezia lamentando dolori al petto e difficoltà respiratorie, ma dopo alcuni accertamenti e una notta di ricovero sarebbe stata dimessa con la prescrizione di medicinali per un problema a livello polmonare.

La terapia farmacologica seguita, tuttavia, non avrebbe sortito effetti e le condizioni della ragazza nelle ore successive sarebbero peggiorate sino alla nuova corsa in ospedale e al decesso, sopraggiunto nonostante i disperativi tentativi del personale sanitario di salvarla la vita.

I consulenti nominati dalla famiglia in seguito alla tragedia, nella loro relazione, avevano evidenziato una “pacifica sussistenza di responsabilità medica in capo alla struttura sanitaria” a causa di una “condotta caratterizzata da orientamento errato, con conseguente ritardo diagnostico e terapeutico”, che aveva portato al decesso della paziente.

In particolare, secondo i periti, la ragazza sarebbe stata affetta da deficit di antitrombina terza, una patologia congenita, che non sarebbe stata presa subito in considerazione come causa del suo malessere.

Soddisfatti i legali dei parenti che parlano di “trattativa lunga e non facile”, ma “agevolata anche dall’atteggiamento dell’azienda sanitaria che, fin da subito, si è resa disponibile al dialogo, dimostrando di aver preso a cuore la vicenda”.

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