Copertura di cinque mesi con un importo minimo mensile di 1200 euro, misure a sostegno delle gravidanze a rischio e aiuti per asili nido e baby sitter

L’Enpam ha deciso di aumentare l’assegno di maternità per i camici rosa; un minimo che sfiora i 1.200 euro mensili per cinque mesi, che si aggiunge a un cospicuo pacchetto di misure quali la protezione dei periodi per gravidanza a rischio, la copertura dei buchi previdenziali, gli aiuti per asili nido e baby sitter e l’estensione di tutele anche alle studentesse di medicina e odontoiatria non ancora laureate.
“La professione medica è sempre più femminile ed è necessario prenderne atto anche nelle tutele offerte – dice il presidente dell’Enpam Alberto Oliveti –. Da custodi di un sistema previdenziale, inoltre, dobbiamo pensare al lavoro ed è importante che una professionista possa diventare serenamente mamma, sapendo di avere a disposizione delle opzioni che le consentano di conciliare vita e professione. Per noi infatti le dottoresse mamme sono colleghe che hanno dei figli, non delle donne che devono essere aiutate paternalisticamente”.
Nel dettaglio, per quanto riguarda l’assegno di maternità, la copertura riguarda i due mesi precedenti la data presunta del parto e i tre mesi successivi alla nascita del bambino. L’indennità sarà corrisposta, a differenza dell’Inps, anche se non si interrompe l’attività lavorativa. L’importo minimo garantito sarà pari a 4.958,72 euro (per il 2017) a cui si aggiungerà un ulteriore assegno di 1000 euro (indicizzati) per le dottoresse con redditi inferiori a 18mila euro (indicizzati l’indennità minima totale arriverà quindi a quasi 6mila euro l’anno, circa 1200 euro al mese. Per le professioniste con redditi superiori sarà comunque garantita un’indennità pari all’80 per cento di cinque dodicesimi del reddito professionale dichiarato ai fini fiscali nel secondo anno precedente a quello della gravidanza. L’indennità massima è di 24.793,60 euro.
Le professioniste potranno essere tutelate da una copertura specifica, per un massimo di sei mesi (il periodo rimanente ricade nell’assegno di maternità), in caso di gravidanza a rischio. L’importo viene stabilito annualmente dal Consiglio di amministrazione dell’Enpam. Prima di questo nuovo regolamento la gravidanza a rischio rientrava nelle tutele assistenziali previste per la malattia che sono vincolate a limiti di reddito, per cui le dottoresse con un reddito familiare superiore a una determinata soglia non erano garantite per il periodo in cui erano costrette a interrompere la professione per una gravidanza a rischio. La nuova tutela protegge invece anche le dottoresse convenzionate con il Ssn che in alcune situazioni particolari in precedenza non ne avevano diritto.
Le neo mamme potranno contare su aiuti economici per le spese di baby sitter e nido (pubblico e privato accreditato) entro i primi dodici mesi di vita del bambino. Il beneficio è concesso una volta per ciascun figlio e le modalità, termini e limiti per la sua fruizione saranno contenuti in un bando annuale deliberato dal Consiglio di amministrazione.
Qualora ci dovessero essere periodi privi di contribuzione a seguito di una gravidanza (maternità, aborto, gravidanza a rischio) o di adozione o affidamento, è possibile colmare gli eventuali buchi con dei versamenti volontari in modo da garantire così una continuità utile ai fini dei requisiti e dell’importo della pensione. Il contributo volontario viene calcolato sulla base del reddito professionale dichiarato nel secondo anno precedente alla gravidanza. In assenza di reddito si prende come riferimento per la base del calcolo il minimo Inps previsto nello stesso anno.
Cadono, inoltre, le distinzioni tra adozioni (e gli affidamenti preadottivi) nazionali e internazionali, per entrambe le quali viene garantita un’indennità di cinque mesi, con le stesse previste per la maternità. Infine, vengono estese le tutele per la maternità anche alle studentesse universitarie che decideranno di iscriversi alla Fondazione Enpam già a partire dal quinto o sesto anno del corso di laurea, con la previsione di un sussidio di importo pari all’indennità minima prevista per ciascuna fattispecie. Per l’apertura delle iscrizioni all’Enpam che farebbe scattare le garanzie anche alle studentesse, la Fondazione sta attendendo il necessario via libera dei ministeri.

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