Errata gestione della problematica ortopedica è quanto lamentato dal paziente che ha subito intervento di osteosintesi con placca e viti al radio e ulna dx (Tribunale Napoli, sez. VIII, 08/02/2022, n.1353).

Errata gestione della problematica ortopedica per negligenza, imprudenza e imperizia.

L’attore cita a giudizio la Struttura sanitaria al fine di ottenere il ristoro dei danni subiti a seguito dell’intervento di “osteosintesi con placca e viti radio ed ulna destra” eseguito durante il ricovero deducendo una errata gestione della problematica, e in particolare allega una negligenza: per aver eseguito in ritardo o per non avere eseguito il trattamento previsto dai vigenti protocolli sanitari, una imprudenza per avere usato materiali di sintesi non idonei per le cure della frattura biossea scomposta dell’avambraccio, ed infine una imperizia: consistita nell’aver eseguito una tecnica operatoria non adatta ed idonea per la frattura scomposta dell’avambraccio destro.

Su tali basi chiedeva, previa declaratoria della responsabilità civile della Struttura convenuta, di sentirla condannare al risarcimento dei danni tutti subiti per i postumi permanenti e non.

Il Tribunale preliminarmente evidenzia che l’art. 2236 cc, prevede una limitazione di responsabilità a carico del Medico, che risponderà solo in caso di colpa grave o dolo, nel caso in cui la risoluzione del caso specifico era di particolare difficoltà o comportasse la risoluzione di particolari problemi.

La CTU medico-legale espletata ha concluso per una responsabilità professionale in capo agli operatori sanitari e i Consulenti hanno rilevato che nel corso del primo intervento veniva utilizzata una placca semicilindrica “intrinsecamente una placca “debole”.

Ed ancora: …..”La osteosintesi più corretta, nelle fratture mediodiafisarie del radio e dell’ulna nell’adulto, prevede sì l’utilizzo di placche e viti, ma la scelta da privilegiare è quella di placche a compressione, in modo da poter ottenere una efficace stabilità del focolaio di frattura unitamente ad una buona compressione interframmentaria…. Le prescrizioni e l’effettuazione troppo precoce di FKT, ripetute nel tempo nel corso dei diversi controlli ambulatoriali, hanno determinato sollecitazioni meccaniche sia sui focolai di frattura radiale ed ulnare, che sulle placche semicilindrica e 1/3 tubulare, determinando così la rottura dei mezzi di sintesi e la conseguente mancata consolidazione delle fratture stesse.”

Errori di valutazione ed esecuzione, ed errata gestione della problematica ortopedica globalmente intesa, vengono altresì riscontrati anche nel secondo intervento, posto in essere per porre rimedio alla rottura del mezzo di sintesi. Al riguardo il CTU ha ritenuto “che l’utilizzo della fissazione esterna vada riservata alle fratture esposte e che pertanto la scelta terapeutica più efficace e tendente, con buona probabilità, alla consolidazione definitiva delle fratture, sarebbe dovuta essere la osteosintesi con placche metalliche in compressione e viti, per ottenere una garantita stabilità del focolaio di frattura e compressione interframmentaria altrettanto sicura……  il trattamento chirurgico di riduzione delle fratture del radio e dell’ulna, in particolare l’utilizzo di una placca semicilindrica al radio, non ha rappresentato la metodica più idonea e la fissazione esterna utilizzata non ha ottenuto una stabilità del focolaio di pseudoartrosi del radio, tale da favorire il processo di consolidazione.”

Il Tribunale accoglie la domanda e osserva che il Consulente ha concluso per una responsabilità della convenuta per una errata gestione della problematica ortopedica con l’accertamento nella misura percentuale del 12% di postumi permanenti.

Respinta, invece, la invocata personalizzazione del danno.

Avv. Emanuela Foligno

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