La Procura apre un’inchiesta per omicidio colposo; l’Ospedale avanza l’ipotesi che il decesso non sia correlato alla ‘dimenticanza’, le cui responsabilità peraltro vanno chiarite dalla Magistratura

Una giovane 30enne della provincia di Napoli è deceduta la settimana scorsa dopo un’agonia durata ben cinque mesi. A febbraio la donna aveva partorito, con taglio cesareo, il quarto figlio ma, immediatamente dopo la dimissione dall’Ospedale, aveva cominciato ad avvertire dei dolori all’addome a cui inizialmente non aveva dato peso. Gli stessi medici dell’ospedale, nella successiva visita di controllo, l’avevano rassicurata dicendole che si trattava di un decorso normale.

Dopo pochi giorni, tuttavia, la donna si era recata in Pronto soccorso con febbre altissima e forti dolori al basso ventre. La tac, secondo quanto riportato nella denuncia presentata dai familiari, aveva rilevato la presenza di un corpo estraneo nell’addome. Immediato il trasferimento e il ricovero presso lo stesso nosocomio in cui la ragazza aveva partorito, dove la giovane era stata immediatamente operata.

Il referto del chirurgo parla a di “necrosi e gravi suppurazioni causate da corpo estraneo nell’addome, nello specifico una garza da pregresso intervento di parto cesareo a termine di normale gravidanza”.

Dopo l’intervento inizia una lunga convalescenza ma la giovane mamma, pur tornata a casa ad aprile, non si riprenderà. Lo scorso 20 luglio l’ultimo ricovero nel reparto di chirurgia d’urgenza sempre del medesimo ospedale. L’infezione si è propagata e i sanitari tentano la carta della dialisi, che tuttavia non riesce a evitare il decesso.

La Procura di Napoli, che nei mesi scorsi aveva già aperto un fascicolo per lesioni colpose, ora ipotizza il reato di omicidio colposo. Il Pubblico Ministero ha disposto il sequestro delle cartelle cliniche e l’esame autoptico sulla salma. Alla magistratura spetta dunque il compito di individuare le responsabilità di questa grave negligenza.

I parenti della vittima puntano il dito contro la struttura ospedaliera in cui la donna ha partorito. Ma l’Ospedale contesta le accuse avanzando dubbi sulla circostanza che sia stato il proprio personale a lasciare la garza nell’addome della donna al momento del parto. Dubbi vengono avanzati anche in merito alla correlazione tra il decesso e la dimenticanza della garza; secondo la struttura ospedaliera infatti la causa ultima della morte sarebbe stata una crisi dismetabolica che potrebbe non essere collegata con il precedente intervento, tenendo anche conto che la paziente presentava delle complicanze renali.

La parola spetta dunque ora ai medici legali incaricati dalla Procura, che dovranno chiarire sia la sussistenza del nesso di causalità tra il decesso e il corpo estraneo lasciato nell’addome della donna, sia se la responsabilità di tale negligenza vada effettivamente attribuita ai camici bianchi che praticarono il cesareo.

 

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1 commento

  1. Vi dico solo non vi fermate andate avanti,come sto facendo io. Vi racconto la storia di mio marito,per un tumore alla vescica gli fu praticata una cistectomia con confezionamento di una vescica orto topica,fin qui tutto bene,dopo 8 mesi iniziano dolori al fianco sinistro ,fa una tac con mdc che mette in evidenza una massa a parte liquida e a parte solida di ben 14 cm,l’orologio ci invia dall’ongologo(da premettere che pur essendo un tumore maligno non doveva fare la chemio perché era stato pulito di tutto).E qui che inizia il suo calvario con chemio perché l’oncologo disse che era una metastasi che si era ascesuallizzata,con drenaggi posizionati nell’addome,senza fare un po’ di anestesia,dopo ben 18 cicli di chemio inizia la radio ben 90 sedute che gli procurò un occlusione intestinale e gli fu praticata una colostomia,gli fecero mettere un cerotto di morfina portato per ben3 anni,Mio marito fu dichiarato malato terminale per ben 3volte tengo un archivio di cartelle cliniche che parlano di tumori alla pelle e tumori secondari dell’aparato respiratorio e digerente in quanto gli esami istologici davano esito negativo,ma solo cell infiammatorie.Tutto questo è successo all’ospedale Pascale di Napoli,visto che i medici di questa struttura non hanno capito niente,decido di portare mio marito alMonaldi che trovò un e chip di medici che prendono a cuore il caso di mio marito,per prima cosa i drenaggi gli venivano messi con l’anestesia poi gli fu praticata la colostomia gli fu tolto il cerotto di morfina,perché era inutile,infine il medico decise di fare l’ennesimo intervento per chiudere una fistola che si era aperta nella zona inguinale,ed ecco la sorpresa,che cosa trovano?(Una garza di20cm sotto al rene sinistro lasciata al primo intervento che in chirurgia non si usano più in quanto non aveva il filo).Erano passati ben6anni.L’anno dopo l’ennesimo intervento per un bai pass femore femorale perché l’iniezione aveva danneggiato l’arteria femorale con disabilità alla gamba sin .faccio causa mi viene riconosciuta solo la garza ,e non la chemio e le radio perché il ctu mi dice che lui non si può mettere contro i colleghi.Scusate de termine poco corretto ma io a questo gli devo fare un culo così.(finale della storia)?Mio marito dopo due anni si ammala di tumore al l’arteria polmonare,esito esami ist ,tua procurato da chemio e radioterapie che no doveva fare.Sono 4anni che mio marito è deceduto ma io non mi fermo vado avanti finché il Signore lo permette ma ci saranno i miei figli finché mio marito non avrà giustizia e la sua dignità.

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