Il racconto di uno straordinario intervento chirurgico: uomo ibernato in sala operatoria per un intervento al cuore dopo un incidente stradale

L’équipe dell’Unità Operativa di Cardiochirurgia di Maria Cecilia Hospital di Cotignola, in provincia di Ravenna, coordinata dal dr. Mauro Del Giglio ha eseguito uno straordinario intervento su un 35enne coinvolto in un incidente stradale: il suo corpo è stato “ibernato” con una tecnica particolare per operare a livello dell’arco aortico.
Il sammarinese di 35 anni è stato ibernato in sala operatoria con un particolare meccanismo di raffreddamento del corpo affinché il cardiochirurgo potesse riscostruirgli l’arco aortico spaccato da un violento trauma stradale.
L’intervento è stato piuttosto complesso considerate le condizioni di estrema urgenza: “Nell’incidente, l’uomo aveva riportato numerose e gravissime fratture ossee ha spiegato il dr. Del Giglio – tra cui lo schiacciamento della cassa toracica e la conseguente, improvvisa rottura dell’arco aortico (il secondo tratto dell’aorta).
La criticità del quadro clinico ha consigliato una procedura di riparazione vascolare con arresto di circolo e ipotermia controllata (supportati dalla CEC, macchina cuore-polmone) senza tuttavia dover ricorrere all’aiuto di protesi tubulari artificiali come avviene nel trattamento degli aneurismi. Dopo aver staccato l’arco aortico dal resto dell’arteria principale, abbiamo utilizzato il tessuto del paziente per ricucire e ricostruire la porzione di vaso danneggiata, ricollegandola poi all’intero sistema circolatorio.”
La riparazione– ha precisato sempre Del Giglio –è stata eseguita ibernando il soggetto attraverso un particolare meccanismo di raffreddamento che consente di portare tutto il corpo umano alla temperatura di 26 gradi. Una metodica che richiede l’impiego di specifici sistemi protettivi a livello cerebrale e degli altri organi interni. In simili circostanze, infatti, il pericolo di deficit neurologici irreversibili o danni permanenti ai visceri è molto elevato. La difficoltà dell’intervento consisteva nel ridare piena integrità anatomica al vaso, lesionato in più punti, riattivare il normale flusso sanguigno ed evitare rischiose ripercussioni encefaliche”.
Non si sono presentate complicanze post-operatorie e una volta concluso il periodo di ricovero in Terapia Intensiva a Maria Cecilia Hospital, il paziente sarà trasferito al Centro Traumatologico Ortopedico dell’Ospedale Bufalini a Cesena per ricomporre le fratture articolari.
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