Riconosciuto un risarcimento milionario a una paziente che nel 2001 venne sottoposta a Pisa a un intervento ritenuto non necessario e carico di negligenze

L’Azienda ospedaliera pisana è stata condannata a versare circa un milione di euro a una paziente, a titolo di risarcimento per il danno subito a seguito di un intervento chirurgico agli occhi ritenuto dai Giudici “non necessario e carico di negligenze” eseguito nel 2001.

In base a quanto ricostruito dal Tirreno, la donna, 50enne già afflitta da diverse patologie, era stata ricoverata nel reparto di endocrinologia per tremori, bruciore agli occhi e lacrimazione.

I medici avrebbero deciso di sottoporla a un’operazione di orbitotomia decompressiva che, tuttavia, non solo non avrebbe portato alla signora alcun beneficio ma, anzi, l’avrebbe ridotta quasi alla cecità.

“Dall’esecuzione dell’intervento – si legge infatti nel dispositivo della sentenza – derivava per la signora sul piano campimetrico un gravissimo deficit del campo visivo, sul piano oftalmoscopico pallore del nervo ottico e sul versante neurofisiologico segni compatibili con una compromissione parziale del nervo ottico”. 

Secondo il consulente tecnico “il quadro clinico offerto non rivestiva una gravità tale” da rendere indicata l’operazione. L’errata valutazione da parte del personale sanitario sarebbe dunque alla base degli “importanti postumi a carico dell’apparato visivo costituenti un danno biologico, onnicomprensivo degli esiti cicatriziali al volto e dei riflessi negativi degli stessi sugli aspetti socio-relazionali” della donna, “globalmente stimabile in misura pari all’80 per cento”.

L’intervento, peraltro, sarebbe stato effettuato anche senza che la paziente avesse potuto esprimere un valido consenso.

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