Due radiologi e uno specialista in otorinolaringoiatria andranno a processo per il decesso di un uomo, morto nel 2019 per un laringopiocele non diagnosticato
Il Giudice per le indagini preliminari del Tribunale di Verona ha rinviato a giudizio tre i medici in servizio all’ospedale di Borgo Trento, accusati di omicidio colposo in ambito sanitario per la morte di un uomo di 41 anni deceduto, in base a quanto emerso dagli accertamenti peritali, per un danno cerebrale post anossico determinato da arresto cardio respiratorio secondario ad edema massivo della alte vie respiratorie indotto da una seconda recidiva di laringopiocele non diagnosticato e manifestatosi da ultimo, con esito fatale, il 27 maggio 2019.
In seguito alla tragedia la Procura aveva iscritto nel registro degli indagati nove sanitari, ma per sei di loro il Pm ha chiesto l’archiviazione. A finire a processo invece, saranno, nello specifico, di due radiologi e uno specialista in otorinolaringoiatria.
I professionisti, in base a quanto riportato nel capo di imputazione, avrebbero agito con “imprudenza, negligenza ed imperizia”, cagionando, in cooperazione colposa tra di loro, il decesso del paziente, dopo una serie di visite a cui l’uomo si era sottoposto accusando dolori insopportabili alla laringe.
Secondo quanto sostenuto dalla Procura, in particolare, i due radiologi non avrebbero effettuato correttamente la refertazione e diagnosi della patologia da cui era affetto l’uomo, non individuando a seguito di due tomografie effettuate il 3 e il 18 aprile aprile l’ostruzione delle vie aeree di cui soffriva. Il tutto, senza tenere conto e senza approfondire che il paziente, poi deceduto, era già stato in cura per la stessa patologia, non diagnosticata correttamente, già l’anno prima con un intervento chirurgico.
L’otorino, invece, sempre secondi l’ipotesi accusatoria – avrebbe eseguito un secondo intervento chirurgico il 4 aprile del 2019 senza approfondire con gli altri specialisti le motivazioni che potevano giustificare la recidiva “effettuando così un intervento non risolutivo, di mero drenaggio ascessuale”, tale da non rimuovere il laringopiocele che avrebbe potuto evitare il decesso del paziente.
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