La Procura di Torre Annunziata indaga sulla mancanza di DPI (Dispostivi di protezione individuale) nel territorio dell’Asl di Napoli 3 Sud
“Abbiamo ritenuto di presentare una denuncia alla Procura della Repubblica di Torre Annunziata per lanciare un forte allarme a seguito della diffusione dell’epidemia di Covid 19 che interessa il nostro territorio. Il rischio può diventare esponenziale in assenza di dispositivi di protezione personale e in mancanza di una seria programmazione per fronteggiare l’emergenza”. E’ quanto annuncia Mario Iovane, Segretario Nazionale Organizzativo del Sindacato Medici Italiani alla luce della mancanza di DPI (Dispositivi di protezione individuale) in dotazione a personale medico e paramedico della ASL di Napoli 3 Sud, utili per fronteggiare l’emergenza sanitaria legata al Coronavirus.
Nella stessa situazione – denuncia lo SMI – si trovano anche i medici di famiglia a cui non sono stati recapitati i DPI.
“I medici di medicina generale – sottolinea Iovane – sono quelle figure che per il loro mandato svolgono un ruolo fondamentale nella cura della salute dei cittadini, con cui intervengono personalmente nella gestione della diagnosi e delle decisioni conseguenti. L’attività dei medici di medicina generale viene svolta anche in qualità di pubblici ufficiali ed è impossibile sottrarsi, né tanto meno può essere delegabile a diverse strutture, se non dopo avere effettuato le valutazioni e gli approfondimenti diagnostici necessari”.
In questo momento – prosegue il rappresentante sindacale – nello svolgimento della propria attività, effettuata anche presso i domicili dei pazienti, in presenza di un virus particolarmente aggressivo e di facile diffusione, in mancanza delle necessarie protezioni, “i medici di base e i paramedici, rappresentano, essi stessi, un veicolo di diffusione dell’epidemia”.
Per queste ragioni e per la tutela della classe medica e dei pazienti, Il Sindacato ha deciso di ricorrere alle vie legali “anche perché i camici bianchi e le categorie sanitarie non possono correre il rischio di essere accusate del reato di epidemia dolosa”.
“La nostra denuncia – conclude Iovane – è finalizzata a tutelare la salute pubblica, per sollecitare le autorità sanitarie all’adozione di ogni provvedimento di prevenzione del virus che coinvolga il personale degli ospedali destinati alla cura al Covid 19, i medici e paramedici impegnati su tutto il territorio, anche alla luce del fatto che attualmente gli effetti nefasti del coronavirus hanno causato il 10% delle vittime tra medici e personale sanitario”.
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