A rischio il lavoro di oltre 2000 medici Inps. Sindacati chiedono lo stralcio della norma

“E’ gravissimo che sia stato revocato il ritiro dell’emendamento Catalfo (1.1481) dalla Legge di Bilancio e che sia stato reinserito nel maxi emendamento”. Così il segretario nazionale del settore Inps della FIMMG, Alfredo Petrone sulla norma che prevede l’indizione di una procedura concorsuale per 708 medici Inps. Di questi  solamente 354 sarebbero riservati ai 2150 camici bianchi che, a vario titolo, lavorano per l’Ente da decenni.

Il provvedimento, secondo la FIMMG “prevede il sostanziale licenziamento di oltre mille medici che da decenni lavorano all’Inps, oltre a un aumento del precariato Inps e al fallimento della riforma del Polo Unico della Medicina fiscale, annullando la certezza delle visite di controllo. “Chiediamo l’immediato stralcio dell’emendamento – afferma Perrone – e in caso contrario siamo pronti ad avviare tutte le forme di protesta sindacale”.

Sulla stessa linea anche la FNOMCeO.

“Sono, rispettivamente, i 1250 medici fiscali Inps, e i 900 Medici convenzionati esterni che collaborano nel contesto dei Centri medico-legali – sottolinea la Federazione -. Un esercito di almeno 2150 persone, 2150 famiglie che aspettavano da anni una stabilizzazione, come previsto dalla legge”. Ora, invece l’emendamento Catalfo, più volte proposto, dichiarato inammissibile, riformulato, ritirato, e infine riproposto nel maxiemendamento, rischia di lasciare per strada 1500 di loro”. “Un’ondata di ‘esodati’, lasciati senza un lavoro a dieci anni dalla pensione e senza possibilità di ricollocamento, visto che l’Inps chiedeva loro l’esclusiva”.

“L’emendamento sia espunto senza se e senza ma per lasciare il posto a una discussione serena sulla meritata stabilizzazione di questi colleghi”. Lo ribadisce con forza il presidente Filippo Anelli. “La Fnomceo non accetta di avere sulla coscienza questi medici, che svolgono senza tutele funzioni delicatissime e di pubblica utilità, e le loro famiglie. Siamo pronti – conclude Anelli – ad agire in tutte le sedi, istituzionali e non, per garantire un futuro a loro e a tutta la Medicina Fiscale”.

 

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