Una persona su 10 è portatore sano di meningococco

“La grande paura delle scorse settimane è ingiustificata”. Così il vice presidente della Società italiana di malattie infettive e tropicali (Simit), Massimo Galli, in occasione degli ‘Stati generali sulla meningite’, svoltisi ieri a Roma per fare il punto sulla malattia meningococcica invasiva (Mmi).
Il 10% della popolazione può essere in ogni momento portatore sano di meningococco, ed è probabile che ciascuno di noi ospiti il batterio almeno per un periodo della vita. “Non sono batteri cattivi – ha spiegato Galli – diventano tali sono in una persona su mille di quelle che lo portano”. Probabilmente a fare la differenza sono i fattori genetici, ma ad oggi non c’è un identikit di chi può essere interessato da una forma acuta, e pertanto occorre fare prevenzione attraverso i vaccini.
I tassi di trasmissione e di carriage (stato di portatore), spiegano gli esperti, aumentano nelle comunità, soprattutto di giovani (caserme, collegi) e nelle persone entrate in contatto con casi di malattia meningococcica. Nei Paesi ad alto reddito il carriage è più frequente negli adolescenti e nei giovani (prevalentemente tra gli 11 e i 20 anni) ed è favorito da infezioni respiratorie concomitanti, dal fumo di sigarette, da condizioni di sovraffollamento, dal bacio.
Nel nostro Paese sono circa 200 i casi di meningite segnalati ogni anno, con un’incidenza annuale tra gli 0,2 e gli 0,3 casi per 100 mila abitanti. L’incidenza è maggiore nei bambini al di sotto dell’anno di vita (oltre 4 casi per 100 mila in questa fascia d’età). Più del 50% dei casi è causato soprattutto nei bambini piccoli dal siero gruppo B. Il secondo più frequentemente è il siero gruppo C, rispetto al quale dal 2015 in Toscana si è osservato un incremento inusuale di casi invasivi.

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