I camici bianchi sono accusati di omicidio colposo per il decesso di una donna di 68 anni, morta di malaria al rientro da una vacanza in Etiopia nel settembre del 2019

Il Gip del Tribunale di Roma ha rinviato a giudizio tre medici finiti nel registro degli indagati, con l’ipotesi di reato di omicidio colposo, nell’ambito dell’inchiesta sul decesso di una signora di 68 anni, morta di malaria nel settembre del 2019.

La donna era stata in vacanza in Etiopia nel mese di agosto e, una volta rientrata in Italia, aveva cominciato ad avvertire problemi di salute. Quindi, si era presentata febbricitante in ospedale ma i camici bianchi che la presero in carico, non si sarebbero accorti che i sintomi riferiti dalla paziente, che aveva fatto presente il suo viaggio in Africa, erano riconducibili alla malattia tropicale.

Nello specifico, secondo l’ipotesi accusatoria, i professionisti avrebbero “omesso di diagnosticare l’infezione malarica e di adottare i relativi provvedimenti terapeutici urgenti e necessari”.

Solamente una dottoressa aveva disposto il prelievo di sangue per mandare il campione al Centro malattie infettive dell’Istituto Spallanzani. L’esito dell’analisi però, era arrivato troppo tardi: due giorni dopo l’ingresso in ospedale, la donna era deceduta. A causare la morte, secondo quanto appurato dalle perizie, sarebbe stata una “coagulazione intravascolare disseminata complicata da insufficienza multi-organica conseguente a infezione malarica”.

Ai medici indagati – come riporta il Messaggero – viene contestato di non aver effettuato “l’appropriato iter diagnostico, ossia immediato test specifico per verificare la sussistenza della malaria, patologia che doveva essere già ipotizzata al momento dell’arrivo al pronto soccorso del nosocomio per i chiari sintomi evidenziati tra cui la febbre elevata”. I dottori, inoltre, non avrebbero disposto il trasferimento della paziente “verso una struttura ospedaliera idonea per la cura di malattie infettive, così che non veniva intrapresa in maniera adeguata e tempestiva la terapia antimalarica con conseguente evento letale”.

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