Per l’Oms rispetto al 1999 il calo è del 44%, ma più di un quarto dei decessi è dovuto a cause indirette come diabete 2 e ipertensione

Cala il numero delle donne morte per condizioni correlate alla gravidanza e al parto: secondo il Bollettino dell’Organizzazione Mondiale della Sanità, in 25 anni si è ridotta del 44% la mortalità materna (si è passati dalle 532 mila vittime del 1990 alle 303 di quest’anno).
Il rapporto globale è stimato in 216 morti materne ogni 100 mila nascite, quindi un dato che cala molto rispetto a quello del 1990.

A condurre lo studio svoltosi in Messico e Stati Uniti è un gruppo di studiosi che ha, però, chiarito come nel mondo, oltre un quarto dei decessi materni si deve a cause indirette rispetto alla maternità (è il caso del diabete di tipo 2 e ipertensione), cioè condizioni che spesso sono preesistenti all’inizio della gravidanza e che non rientrano, perciò, nel quadro delle malattie cosiddette trasmissibili.

“Per ridurre i decessi materni dovuti a cause indirette, gli specialisti in ostetricia e gli altri operatori sanitari che assistono le donne durante la gravidanza e il post partum devono essere formati per prendersi cura della salute della donna in modo olistico e non solo della sua gravidanza”, ha dichiarato Flavia Bustreo, Vice Direttore Generale per la Salute della Famiglia, delle Donne e dei Bambini presso l’OMS. “La nuova Strategia Globale per la salute delle donne, dei bambini e degli adolescenti (2016-2030) propone – prosegue Bustreo – ai governi alcune azioni chiave che è possibile intraprendere per porre fine a tutte le cause evitabili di mortalità materna”.

Secondo gli esperti, “la riduzione drastica della mortalità materna è avvenuta anche in Italia, che si colloca nella top ten mondiale dei Paesi con i più bassi tassi di mortalità materna”.

La mortalità materna (quella cioè che avviene durante la gravidanza, durante il parto o nei 42 giorni che seguono il parto) è oggi un importante parametro per valutare il livello di sviluppo di un paese, essendo particolarmente indicativo della qualità e dell’efficienza del sistema sanitario. Lo studio presentato, però, è solo un’altra delle evidenze della cosiddetta “transizione ostetrica“, cioè il passaggio della mortalità materna da cause dirette a cause indirette.

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