La Procura indaga sul decesso di un 69enne, morto per una trombosi lo scorso 18 maggio; indagato un medico del Pronto soccorso del capoluogo salentino

La Procura di Lecce ha aperto un’inchiesta per responsabilità colposa in ambito sanitario sul decesso di un 69enne residente in provincia, morto per una trombosi lo scorso 18 maggio nel nosocomio del capoluogo salentino. Le indagini sono state avviate in seguito alla denuncia presentata dai familiari che chiedono chiarezza sull’accaduto.

L’uomo, in base a quanto raccontato dai parenti della vittima e riportato dal Corriere Salentino, il 30 aprile aveva ricevuto la prima dose del vaccino Pfizer per prevenire il Covid-19. Il 16 maggio avrebbe cominciato a lamentare un malessere generale, con vomito e scariche diarroiche, e si sarebbe rivolto al 118. Raggiunto da un’automedica sarebbe stato sottoposto a elettrocardiogramma, ma dall’esame non sarebbero emerse alterazioni tali da richiedere un intervento d’urgenza.

La mattina successiva, non migliorando la situazione, si sarebbe recato in Pronto soccorso a Lecce dove sarebbe stato visitato per “sospetta gastroenterite”.

Il medico di turno avrebbe disposto una serie di esami che avrebbero evidenziato – riferisce ancora il Corriere Salentino – l’alterazione di numerosi parametri, nonché una radiografia all’addome che avrebbe rilevato “una distensione gassosa delle anse intestinali e non aria libera sottodiaframmatica”. Il camice bianco, quindi, avrebbe dimesso il paziente con la prescrizione di una terapia domiciliare.

La sera stessa il paziente, al perdurare dei fastidi intestinali, avrebbe effettuato un nuovo accesso in ospedale dove sarebbe stato sottoposto a una Tac all’addome e poi portato d’urgenza in sala operatoria dove, tuttavia, il medico incaricato dell’intervento, dopo una laparotomia esplorativa, lo avrebbe ritenuto “chirurgicamente intrattabile” a causa della presenza di un trombosi massiva della vena mesenterica, con necrosi per tutto il tratto intestinale. Trasferito in Terapia intensiva, il 69enne sarebbe morto a distanza di poche ore.

Il Pubblico ministero titolare del fascicolo ha disposto lo svolgimento dell’autopsia per ricostruire cosa sia successo e valutare la sussistenza di eventuali responsabilità sanitarie. L’attenzione degli inquirenti, in particolare, si è concentrata sul medico che visitò il paziente in occasione del primo accesso in Pronto soccorso; il camice bianco è stato iscritto nel registro degli indagati, come atto dovuto, in vista degli accertamenti peritali.

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