Troise: il cambiamento vero passa per la restituzione di valore alle professioni e al loro lavoro che regge la sanità pubblica

“Se si vuole raggiungere l’obiettivo di “promuovere, mantenere e recuperare la salute fisica e psichica della popolazione”, non si può eludere il nodo della valorizzazione dei saperi e delle competenze professionali. La loro centralità costituisce una premessa non trattabile di qualsiasi processo di riforma in ambito sanitario”. Così l’Anaao Assomed, commenta lo schema di Dlgs sulla nomina dei direttori generali, sanitari e amministrativi approvato dal Consiglio dei Ministri.
Se è vero, sottolinea il Segretario nazionale, Costantino Troise, che, come afferma il Ministro della Salute Beatrice Lorenzin, “il problema principale del Ssn è di natura organizzativa e gestionale”, molti osservatori ritengono che la malattia principale del nostro Ssn si chiami ‘governance’, ovvero l’invadenza pervasiva della politica nella sfera gestionale della sanità “che ha prodotto un ramificarsi di interessi clientelari e spartitori nei confronti del ‘middle management’ tecnico professionale fino ad oscurare il riconoscimento del merito e delle competenze”, nonché “uno stato di inquietante solitudine e fragilità dei direttori generali verso il potere politico che continua a sceglierli e valutarli con totale discrezionalità”.
A questa malattia, però, secondo Troise, non porrà rimedio l’innalzamento dell’asticella dei titoli e dei criteri di valutazione o l’istituzione di un albo nazionale, come approvato dal Consiglio dei Ministri. “Albo, tra l’altro – sottolinea il vertice dell’Associazione – la cui composizione non appare priva di criticità, a partire dalle caratteristiche degli esperti (quali e quanti?) chiamati a predisporlo e dal loro livello che si vuole ‘altissimo’, magari pensando ad Harvard, ma finendo più prosaicamente tra le università pubbliche e private di Roma. Mentre dai criteri di valutazione continuano a rimanere esclusi l’osservanza dei contratti di lavoro, termine desueto ma non ancora cancellato, e delle leggi dello Stato, e non solo della Regione-Stato”.
“Il cambiamento vero, quanto necessario, conclude la nota dell’Anaao, passa per la restituzione di valore alle professioni ed al loro lavoro che regge la sanità pubblica, sebbene ridotto a banale fattore produttivo, merce da vendere in cambio di un salario. E di ruolo decisionale ai medici ed ai dirigenti sanitari, oggi marginalizzati a vantaggio di una cultura aziendalista che tutto riduce a controllo dei costi ed è fattore non secondario della grande fuga dagli ospedali”.
 

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