Secondo i dati dell’ Osservatorio sul precariato calano invece del  5,2% le assunzioni a tempo indeterminato

Nei primi undici mesi del 2017, nel settore privato si registra un saldo tra assunzioni e cessazioni pari a +801.000, superiore a quello del corrispondente periodo sia del 2016 (+569.000) che del 2015 (+675.000). E’ quanto emerge dal report “ Osservatorio sul precariato ”, dove ogni mese l’Inps pubblica gli aggiornamenti tabellari dei nuovi rapporti di lavoro e delle retribuzioni medie.

Calcolando il saldo annualizzato, la differenza tra assunzioni e cessazioni negli ultimi dodici mesi, si ottiene la misura della variazione tendenziale delle posizioni di lavoro. A fine novembre questa risultava pari a +557.000, stabile rispetto a quella rilevata a ottobre (+555.000).

Questo risultato è la somma algebrica tra contratti a tempo indeterminato (-14.000), contratti di apprendistato (+61.000), stagionali (+11.000) e, soprattutto, contratti a tempo determinato (+499.000).

Nel corso del 2017 è aumentato il turn over dei posti di lavoro grazie soprattutto alla forte crescita delle assunzioni (+ 18,7% tra gennaio e novembre). Sono aumentate anche le cessazioni (+16,1%) ma a un ritmo inferiore.

Alla crescita delle assunzioni il maggior contributo è stato dato dai contratti a tempo determinato (+26%) e dall’apprendistato (+13,9%). Sono invece diminuite le assunzioni a tempo indeterminato (-5,2%), contrazione interamente dovuta alle assunzioni part time.

Tra le assunzioni a tempo determinato appare significativo l’incremento dei contratti di somministrazione (+20,3%) e ancora di più dei contratti di lavoro a chiamata (+119,2%).

Un aumento che può essere posto in relazione alla necessità per le imprese di ricorrere a strumenti contrattuali sostitutivi dei voucher, cancellati lo scorso marzo.

Questi andamenti convergono nella compressione dell’incidenza dei contratti a tempo indeterminato sul totale delle assunzioni: 23,4% nei primi undici mesi del 2017. Nel 2015, quando era in vigore l’esonero contributivo triennale per i contratti a tempo indeterminato, la quota di assunzioni a tempo indeterminato era stata del 38,8%.

Secondo l’ Osservatorio sul precariato, le trasformazioni complessive da tempo determinato a tempo indeterminato, includendo anche le prosecuzioni degli apprendisti , siano risultate 335.000, in flessione rispetto al 2016 (-2%).

Per le cessazioni, la crescita è dovuta principalmente ai rapporti a termine (+24,2%) mentre le cessazioni di rapporti a tempo indeterminato risultano stabili (-0,5%). Tra le cause di cessazione, i licenziamenti riferiti a rapporti di lavoro a tempo indeterminato risultano pari a 535.000, in riduzione rispetto al 2016 (-6,6%). Aumentano invece le dimissioni (+5,6%).

Il tasso di licenziamento, calcolato sull’occupazione a tempo indeterminato, compresi gli apprendisti, è risultato pari al 4,6%, inferiore a quello registrato per il 2016 (4,9%).

Per quanto concerne la struttura retributiva dei nuovi rapporti di lavoro, si registra, per le assunzioni a tempo indeterminato, una riduzione della quota di retribuzioni inferiori a 1.750 euro che passano dal 57,9% del 2016 al 54,7% del 2017.

Infine, tra gennaio e novembre 2017, sono stati incentivati 54.449 rapporti di lavoro nell’ambito del Programma “Garanzia Giovani” e 103.907 nell’ambito della misura “Occupazione Sud”.

 

 

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