Aperto un fascicolo a Napoli per fare chiarezza sul decesso di una bimba nata con un parto in casa da una donna positiva al Covid al sesto mese di gestazione

La Procura di Napoli ha aperto un’inchiesta per omicidio colposo, al momento contro ignoti, sulla morte di una bimba nata prematuramente con un parto in casa da una donna positiva al Covid. La piccola sarebbe venuta al mondo dopo sei mesi di gestazione salvo morire poco dopo aver visto la luce.

Il padre avrebbe presentato una denuncia dichiarando che l’ambulanza del 118 sarebbe giunta con un grave ritardo, circa mezz’ora dopo la chiamata, e senza le opportune attrezzature. L’uomo ipotizza che la figlia avrebbe potuto essere salvata, magari con l’intervento di un’ambulanza medica con una incubatrice all’interno; il tutto considerando che – come sottolineato dai legali della famiglia – sarebbe stato specificato che si trattava di un parto prematuro.

Il responsabile del servizio 118 di Napoli, però, respinge le accuse sottolineando la necessità per i sanitari di vestirsi in maniera adeguata prima di entrare in contatto con una persona positiva (6-7 minuti) e spiegando che ogni ambulanza sarebbe attrezzata per qualunque genere di intervento, parto incluso.

Decisivi per accertare la sussistenza di eventuali responsabilità saranno quindi gli accertamenti peritali. Sul caso indagano i magistrati della sezione Lavoro e colpe professionali. Il Pm titolare del fascicolo ha già disposto il sequestro della salma e nelle prossime ore conferirà l’incarico a un consulente per lo svolgimento dell’esame autoptico.

Intanto gli agenti del Commissariato competente avrebbero già provveduto al sequestro delle conversazioni telefoniche tra il papà e gli operatori del 118, oltre ad aver sentito il ginecologo di fiducia della donna il quale, dando istruzioni telefoniche alla sua assistita, avrebbe dichiarato di aver sentito la bimba piangere, a conferma del fatto che la piccola sarebbe nata viva.

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