L’allarme lanciato dalla Federazione Italiana Aziende Sanitarie e Ospedaliere. Con i pensionamenti anticipati si accentuerebbero le criticità già esistenti relative all’offerta assistenziale

I pensionamenti anticipati del personale sanitario con l’introduzione di quota 100 rischiano di aumentare del 24%. Il tutto “accentuando le criticità già esistenti e mettendo in discussione l’offerta assistenziale, al punto da porre le aziende sanitarie nella condizione di dover individuare soluzioni per scongiurare l’interruzione di pubblico servizio”. E’ l’allarme lanciato dal Presidente di Fiaso, Francesco Ripa di Meana (nella foto), nel corso dell’Assemblea Nazionale della Federazione Italiana Aziende Sanitarie e Ospedaliere.

In base a un’indagine condotta dalla stessa Fiaso su oltre il 50% delle aziende sanitarie pubbliche l’incremento dei prepensionamenti riguarda, in particolare, gli amministrativi (+33%), gli operatori socio-sanitari (+26%) e gli infermieri (+20%). Ma anche tra i medici l’adesione a quota 100 sarebbe rilevante (+16%). 

 “A fronte di questa situazione – precisa Ripa di Meana – FIASO ha presentato al tavolo di confronto sul Patto per la salute una serie di proposte da attuare a breve e medio periodo. Nel breve riteniamo necessario l’aggiornamento del percorso di specializzazione, consentendo anche alle aziende sanitarie di stipulare direttamente ulteriori contratti rispetto a quelli banditi annualmente dalle Università, con l’obiettivo di incrementare il numero di medici specializzati, armonizzando nello stesso tempo la presenza degli specializzandi nelle strutture del Ssn. In secondo luogo, in caso di oggettiva impossibilità a garantire i servizi, abbiamo proposto la stipula di incarichi libero-professionali per il periodo strettamente necessario, ricorrendo a medici in quiescenza o abilitati alla professione anche se non ancora specializzati”.

“Nel medio periodo – prosegue – proponiamo di investire per aggiornare e rendere coerente l’impianto normativo e contrattuale del personale alle mutate esigenze del settore, attraverso la revisione del percorso di specializzazione, la possibilità di assumere anche medici non specializzati, lo skill mix delle professioni sanitarie in funzione dell’evoluzione dei bisogni del paziente, sistemi più incentivanti di gestione del personale anche attraverso nuovi percorsi di carriera”. 

Tra le altre questioni affrontate da Fiaso alla Maratona sul Patto per la salute, figura anche la necessità di dare completa applicazione alla legge Gelli sulla responsabilità professionale. Una normativa “che non può ritenersi del tutto valida – conclude il Presidente Fiaso – senza un intervento normativo che definisca, tra l’altro, Tabelle di risarcimento per il settore sanitario coerenti in termini di sostenibilità ed equo riconoscimento del danno”.

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