Eseguita l’autopsia per fare chiarezza su eventuali responsabilità sanitarie per il decesso di una donna ricoverata all’ospedale di Barletta con una polmonite da Covid-19

La Procura di Trani ha aperto un’inchiesta per fare luce sul decesso di una 41enne, ricoverata lo scorso 13 novembre per le complicanze di una polmonite da Covid-19 e morta alcuni giorni dopo all’ospedale di Barletta, dove prima di accedere avrebbe dovuto attendere diverse ore.

La dinamica della vicenda – come riferisce Repubblica – era stata ricostruita dalla stessa Asl Bt. L’Ente aveva confermato che la donna era arrivata al pronto soccorso con mezzo proprio ed era stata presa in carico alle ore 23.01. Quindi sarebbe stata sottoposta, alle 23.05, a visita medica che avrebbe evidenziato dispnea e febbre elevata da due giorni curata a domicilio. Al quadro clinico acuto andava aggiunta “una grande comorbilità rappresentata da problemi metabolici”.
 

Dopo il tampone risultato positivo, la signora era stata sottoposta a esami che avevano accertato una “broncopolmonite bilaterale con caratteristiche radiologiche tipiche della polmonite da Covid- 19 in fase avanzata”.

La situazione era peggiorata il 15 novembre e, per questo, la paziente era stata intubata e trasferita in rianimazione, dove è morta il 19 novembre.

“Abbiamo naturalmente avviato una indagine per verificare tutti i passaggi di quanto accaduto – aveva affermato il direttore generale dell’Azienda sanitaria – per capire da quanto tempo la signora era in cura con terapia domiciliare e quali sono state le attese fuori dal pronto soccorso che sta gestendo numeri in continua espansione”.

Sempre secondo l’Asl, la descrizione di quanto accaduto dalla presa in carico fino al 19 novembre evidenzierebbe “che è stato fatto tutto il possibile, mettendo in campo tutte le forze umane a disposizione, tutti i mezzi disponibili con l’abnegazione del personale sanitario e amministrativo che è senza eguali”.

Nelle scorse ore è stata eseguita presso l’istituto di medicina legale del Policlinico di Bari l’autopsia. In vista dell’esame post mortem il Pm titolare del fascicolo ha iscritto nel registro degli indagati 18 persone con l’ipotesi di reato di omicidio colposo. Si tratta, nello specifico, di tutti gli operatori sanitari che hanno gestito la paziente fino al decesso, dal medico curante ai camici bianchi del nosocomio di Barletta.

Dagli accertamenti peritali, i cui esiti sono attesi entro 90 giorni, si attendono risposte circa causa e tempi del decesso, nonché sulle condizioni di salute della donna ed eventuali altre patologie pregresse che potrebbero essere state causa o concausa della morte. Da chiarire, poi, quale sia stato il “decorso clinico che ha condotto alla morte e quali scelte diagnostiche e terapeutiche” siano state fatte dai medici che l’hanno avuta in cura. Ai consulenti viene chiesto di verificare, in particolare, “eventuali errori diagnostici e omissioni di trattamenti terapeutici” o l’eventuale violazione di protocolli medici.

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