Palermo: risorse economiche per la premialità Covid-19 assegnate, purtroppo, in modo indistinto tra Dirigenza medica e sanitaria e Comparto

“Le risorse economiche per la premialità Covid-19 previste nel DL “Rilancio” (articolo 2, comma 6) e destinate “prioritariamente alla remunerazione delle prestazioni correlate alle particolari condizioni di lavoro del personale dipendente delle aziende e degli enti del servizio sanitario nazionale direttamente impiegato nelle attività di contrasto alla emergenza epidemiologica determinata dal diffondersi del Covid-19”, sono assegnate, purtroppo, in modo indistinto tra Dirigenza medica e sanitaria e Comparto”. E’ quanto denuncia il Segretario Nazionale Anaao Assomed Carlo Palermo evidenziando una “infelice scelta” che starebbe  determinando in alcune Regioni, come Veneto e Piemonte, conflitti tra le categorie e difficoltà legate alla “curiosa alleanza tra Confederazioni sindacali e Assessorati regionali alla Sanità per favorire una suddivisione pro capite e a pioggia degli importi economici finanziati dal Governo nel decreto, nonché di quelli incrementali messi a disposizione dalle Regioni attingendo a riserve proprie”.

“Con protervia e arroganza – prosegue Palermo – si persegue una suddivisione delle risorse che cozza contro i limiti individuati dal decreto ‘Rilancio’ e contro quelli ancora più restrittivi previsti dal ‘Cura Italia’. Con una pervicacia degna di altri fini, ci si ostina nel non riconoscere le differenti condizioni di esposizione al rischio biologico e le differenti durate di esposizione sia per il personale della Dirigenza Sanitaria che per quello del Comparto Sanità, facendo carta straccia perfino del recente protocollo sottoscritto dalla Conferenza delle Regioni e delle Province Autonome e dalle Confederazioni sindacali”.

“Si tratta – dichiara il vertice dell’Anaao – di un vero e proprio schiaffo rifilato a quei volti che abbiamo visto su tutti i media segnati dalla stanchezza, dalla sofferenza e dalle lesioni cutanee determinate dall’uso prolungato delle maschere protettive”.

“Non siamo più ‘eroi’, non siamo più ‘angeli’. La tanto sbandierata riconoscenza per la nostra generosità, lo spirito di servizio e l’abnegazione, passata l’emergenza, cede il posto, come nella Regione Veneto, a più vili e prosaiche esigenze di consenso politico e propaganda elettorale. Tutto si dimentica in fretta. Si dimentica che il personale della Dirigenza medica e sanitaria ha ritenute Irpef ben più alte di quelle degli operatori del Comparto e che i valori economici delle indennità di disagio valgono il doppio secondo i disposti contrattuali. Si dimentica di riconoscere un’indennità infettivologica anche ai medici e ai biologi, come se tutti non avessero operato in prima linea, fianco a fianco, per far fronte all’emergenza epidemica. Evidentemente anche chi ha sofferto per il contagio e le vittime hanno un peso differente”.

Per l’Associazione della dirigenza medica, alla fine, dopo la decurtazione per gli oneri previdenziali riflessi e la tassazione fiscale verrà distribuita ai Dirigenti dell’Area sanità una premialità una tantum che somiglia più ad una elemosina. “La dignità della categoria – conclude Palermo – non può essere ulteriormente oltraggiata. Fabrizio De Andrè scrisse che “dal letame nascono i fiori”. È solo tramite chi ha saputo vivere le difficoltà e le sofferenze della vita, che si può costruire qualcosa di migliore. Potremmo aderire alla sua esortazione destinando l’obolo a favore del Fondo per le famiglie degli operatori sanitari che hanno perso la vita nella lotta al Coronavirus,promosso dalla Protezione Civile”.

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