Tra i reati contestati, il furto e la ricettazione di farmaci attraverso la contraffazione dei bollini farmaceutici. Eseguite 11 misure di custodia cautelare

Associazione per delinquere finalizzata al furto e alla ricettazione di farmaci, alla truffa ai danni di privati e Enti pubblici, falsificazione, riciclaggio di specialità medicinali e autoriciclaggio. Sono i reati contestati, a vario titolo, a undici soggetti destinatari di altrettante misure cautelari. I provvedimenti, emessi dal Tribunale di Milano, sono stati eseguiti dai carabinieri del Nas.

Le indagini sono tate avviate nell’autunno 2017. L’operazione, denominata convenzionalmente “Partenope”,  ha consentito di effettuare già 10 sequestri di farmaci e dispositivi medici presso depositi all’ingrosso e Farmacie nelle province di Milano, Genova, Padova, Matera, Napoli.  Ma soprattutto ha permesso di individuare e neutralizzare due distinte organizzazioni criminali.

La prima, operante a Milano e nell’hinterland, ma anche in Emilia Romagna, era dedita al furto di farmaci. I medicinali venivano poi ricettati e riciclati nel circuito commerciale lecito, utilizzando società di comodo e la collusione di altro distributore. Quest’ultimo provvedeva alla consegna ad altri grossisti farmaceutici o farmacie per la successiva dispensazione al pubblico, su tutto il territorio della Regione Lombardia.

La seconda, invece, molto più strutturata e articolata in 10 diverse province, poteva contare sulla complicità di alcune case farmaceutiche o distributori all’ingrosso di specialità medicinali.

Il modus operandi prevedeva l’acquisto di grossi quantitativi di specialità medicinali destinate a strutture ospedaliere che poi venivano rivendute al pubblico a prezzi maggiorati. Il tutto, falsificando i relativi bollini farmaceutici al fine di dissimularne l’originaria destinazione esclusiva.

Questo sistema gli consentiva di intascare indebitamente ingenti somme di denaro lucrando sulla differenza tra il prezzo di acquisto dei farmaci in confezione ospedaliera ex factori  e il prezzo di vendita effettuato dopo la contraffazione del bollino farmaceutico, come farmaco destinato al pubblico. Uno stratagemma  gli avrebbe consentito di percepire un ingiusto profitto valutato in circa € 5.000.000 all’anno.

 

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