L’interesse fiscale giustifica l’obbligo di tenuta delle scritture contabili per un termine ultra decennale

Il periodo di conservazione delle scritture contabili deve protrarsi sino alla completa definizione dell’accertamento relativo a un determinato periodo di imposta. Lo ha stabilito la Suprema Corte di Cassazione con l’ordinanza 16752/2020.

Nell’ordinanza indicata la Cassazione ha affermato che fin quando è in corso l’accertamento fiscale persiste l’obbligo di fornire la documentazione contabile dell’anno di imposta oggetto di indagine. Non è possibile invocare l’obbligo di conservazione decennale.

Nel caso di specie, una società a responsabilità limitata riceveva un avviso di accertamento relativo all’Ires e ad altre imposte per l’anno 2004 . L’Agenzia delle Entrate contestava l’impossibilità di considerare deducibili le quote di ammortamento relative all’acquisto di fabbricati e maggiori ricavi dovuti a canoni di locazioni non contabilizzati. La CTP annullava l’accertamento in relazione alle quote di ammortamento, lasciando invariata la restante parte del provvedimento. L’Agenzia delle Entrate appella la sentenza ribadendo l’obbligo di conservazione delle scritture contabili per un tempo superiore a 10 anni, come previsto dall’articolo 22 del DPR n.600\1973 che al comma due prevede che “ Le scritture contabili obbligatorie ai sensi del presente decreto, di altre leggi tributarie, del codice civile o di leggi speciali devono essere conservate fino a quando non siano definiti gli accertamenti relativi al periodo di imposta anche oltre al termine stabilito dall’articolo 2220 del codice civile o da altre leggi tributarie, salvo il disposto dell’articolo 2457 del detto codice”. La CTR osservava che nonostante la pertinenza delle doglianze mosse dalla Agenzia delle Entrate si dovesse considerare che nel caso di specie in ragione di particolari circostanze, parte della documentazione era stata già esaminata dall’Agenzia in un momento precedente e pertanto concludeva che il ricorso dovesse essere rigettato.

L’Agenzia delle Entrate proponeva, dunque, ricorso per Cassazione.

La Suprema Corte di Cassazione con l’ordinanza 16752\2020 accoglieva i motivi dell’Agenzia delle Entrate in ossequio a quanto già affermato dalla Cassazione “l’interesse fiscale esige che il contribuente conservi la documentazione contabile necessaria per giustificare le spese dichiarate per tutto il periodo di accertamento dell’ufficio, anche ove questo si protragga oltra la scadenza del termine decennale di conservazione delle scritture  contabili”

                                                                       Avv. Claudia Poscia

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