I coniugi avevano deciso di ricorrere a una sterilizzazione tubarica dopo la nascita del terzo figlio per evitare ulteriori gravidanze
L’Azienda ospedaliera Spedali Civili di Brescia dovrà pagare a una coppia i danni patrimoniali patiti per il “fallimento dell’intervento” di sterilizzazione tubarica cui la donna si era sottoposta nel 2011, all’età di 39 anni, dopo la nascita del loro terzo figlio.
I due, come riporta Repubblica, avevano infatti deciso di ricorrere alla medicina per evitare ulteriori gravidanze ma la donna era nuovamente rimasta incinta e a distanza di poco più di due anni aveva dato alla luce una femminuccia.
Da li la decisione dei coniugi di agire in giudizio nei confronti dell’Azienda sanitaria per far fronte ai costi della crescita della quartogenita.
Dopo cinque anni di battaglie legali, i genitori si sono visti riconoscere dal Tribunale la “lesione al loro diritto di autodeterminazione nella scelta di non procreare”, in violazione degli articoli 2 e 13 della Costituzione.
Il Giudice ha correlato il risarcimento alle spese di mantenimento della figlia fino al compimento del 25esimo anno d’età, ritenendo congrua una cifra pari a 300 euro al mese, per complessivi 90 mila euro. La mamma, inoltre, ha ottenuto l’ulteriore somma di 1.513 euro, a titolo di risarcimento del danno subito per la diastasi dei muscoli della parete addominale.
A nulla sono valse le tesi difensive secondo cui il mancato esito positivo dell’intervento fosse riconducibile unicamente al margine di fallibilità contemplato per quel tipo di operazioni. Il Collegio ha infatti stabilito, sulla base di quanto certificato dalla CTU disposta in corso di causa, che quanto accaduto fosse stato determinato da una “esecuzione tecnica chirurgica inadeguata”. L’asportazione tubarica bilaterale era stata poi effettuata in sala parto, proprio in occasione della nascita del sesto componente della famiglia.
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