Uno studio condotto a Pisa dimostrerebbe l’efficacia contro il tumore della mammella della doxicilina, antibiotico comunemente impiegato nel trattamento dell’acne volgare

Uno studio recentemente pubblicato sulla rivista internazionale Frontiers in Oncology dimostrerebbe l’effetto antitumorale in vivo della doxiciclina. Si tratta di un antibiotico appartenente alla classe delle tetracicline e comunemente impiegato nel trattamento dell’acne volgare. Il lavoro apre la strada al possibile utilizzo degli antibiotici nel trattamento del tumore della mammella.

I microbicidi infatti, oltre a uccidere i batteri, hanno un effetto distruttivo anche sui mitocondri, le “centrali elettriche” delle cellule, di cui sono molto ricche le cellule staminali neoplastiche, responsabili dell’origine del tumore e delle recidive locali, della resistenza alle terapie e delle temute metastasi a distanza.

Lo studio è stato condotto dal gruppo di ricerca del prof. Antonio Giuseppe Naccarato, direttore della Sezione dipartimentale di Anatomia patologica 1 dell’Aoup-Azienda ospedaliero-universitaria pisana. La ricerca clinica è stata condotta su 15 donne affette da carcinoma della mammella in stadio precoce. I risultati hanno evidenziato, dopo solo 14 giorni di trattamento antibiotico, una riduzione significativa (in media circa il 40%) del numero delle cellule staminali neoplastiche.

Precedenti studi condotti dagli studiosi dell’University of Salford di Manchester in modelli tumorali ‘in vitro’ avevano evidenziato come la doxiciclina fosse capace di eradicare le cellule staminali neoplastiche in otto diversi tipi di tumore, compreso il carcinoma della mammella.

Gli studi in vitro hanno posto le basi per la realizzazione del primo trial clinico rivolto a pazienti affette da carcinoma della mammella in stadio precoce.

La sperimentazione è stata condotta nel Centro Senologico dell’Aou pisana diretto dalla prof.ssa Manuela Roncella. Nel dettaglio, la doxiciclina è stata somministrata in 9 pazienti affette da tumore della mammella, mentre ulteriori 6 pazienti sono state inserite come braccio di controllo. Le prime hanno assunto l’antibiotico per i 14 giorni antecedenti l’intervento chirurgico, a una dose giornaliera standard di 200 mg, Le altre, invece, sono state sottoposte direttamente a terapia chirurgica.

In entrambi i bracci del trial clinico sono stati indagati numerosi marcatori biologici (di staminalità, di massa mitocondriale, di proliferazione cellulare etc.). Sono stati confrontati i loro valori prima e dopo la terapia antibiotica, tra il tessuto tumorale della ago-biopsia preoperatoria e quello del pezzo chirurgico asportato.

I tumori delle pazienti del braccio sperimentale, dopo trattamento con doxiciclina, dimostravano una diminuzione significativa nel marcatore di staminalità (tra il 17,65 e il 66,67%). Dati simili sono stati osservati anche con un secondo biomarcatore di staminalità.

Gli esiti di questo studio pilota suggeriscono che le cellule tumorali neoplastiche esprimono selettivamente grandi quantità di proteine correlate al metabolismo mitocondriale. Ciò significa, secondo i ricercatori, che, se è possibile inibire il metabolismo mitocondriale, è dunque possibile eradicare le cellule staminali neoplastiche. “L’arruolamento di nuovi pazienti – si legge in una nota – potrà permettere di confermare nei prossimi mesi questi primi risultati molto promettenti”.

 

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