Secondo un esperto consultato dai familiari l’uomo, morto due giorni dopo una visita cardiologica, forse si sarebbe potuto salvare se il medico avesse disposto i dovuti approfondimenti diagnostici
La Procura di Lecce ha aperto un inchiesta sul decesso di un 57enne, già in cura presso il Centro si Salute Mentale del capoluogo salentino, morto due giorni dopo una visita cardiologica per un doppio arresto cardiaco.
Le indagini sono partite in seguito all’esposto presentato dai fratelli della vittima, intenzionati a fare chiarezza sull’accaduto e a verificare la sussistenza di eventuali responsabilità per la tragica scomparsa del loro congiunto.
In base a quanto riferito dai familiari e riportato da Leccenews24, l’uomo – affetto da diabete mellito tipo II e schizofrenia in terapia farmacologica – lo scorso 20 gennaio si sarebbe sottoposto a visita psichiatrica, comunicando al medico che negli ultimi venti giorni aveva sofferto di facile affaticabilità, pressione bassa e vomito frequente.
Il camice bianco avrebbe richiesto una visita cardiologica con ECG di controllo con valutazione QT e QTC. Il 27 gennaio, quindi, il paziente si sarebbe recato in ospedale, in provincia di Lecce, per gli accertamenti prescritti ma il cardiologo – sostengono i parenti – avrebbe eseguito l’elettrocardiogramma lasciando che l’uomo ritornasse a casa senza disporre ulteriori approfondimenti strumentali. Il 29 gennaio subentrava il decesso.
Dopo essersi rivolti a uno specialista in cardiologia e malattia vascolari, sottoponendogli la documentazione medica del loro caro, i fratelli hanno quindi deciso di rivolgersi alla magistratura.
Come riferisce ancora Leccenews24, secondo l’esperto consultato, la cui relazione sarebbe stata allegata alla querela, la sintomatologia del 57enne poteva essere ricondotta a manifestazione di un infarto silente. L’ipotesi, dunque, è che se il cardiologo avesse correttamente interpretato il quadro clinico del paziente e avesse disposto tempestivamente gli approfondimenti diagnostici e terapeutici necessari, ricoverando l’assistito, forse non si sarebbe giunti alla tragica scomparsa dell’uomo.
Il medico è stato iscritto nel registro degli indagati. Un atto dovuto che gli consentirà di prendere parte agli accertamenti peritali disposti dal magistrato inquirente, attraverso la nomina di un proprio consulente. Al professionista viene contestata la responsabilità colposa in ambito sanitario. L’esame autoptico è in programma nei prossimi giorni.
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