Per i medici e dirigenti del Ssn il testo rappresenta la migliore soluzione possibile nelle condizioni date

Il testo del ddl sulla responsabilità professionale approvato in Commissione Igiene e Sanità del Senato incassa il consenso dei medici e dirigenti del Ssn. “Una buona notizia per la professione, l’unica in questi giorni di bilancio annuale”, commenta il segretario nazionale Anaao Assomed, Costantino Troise  che ringrazia i relatori, gli on. Gelli e Bianco (“non a caso due medici”) per la loro capacità di lavorare in sintonia per il continuo miglioramento del testo, “un esempio virtuoso della possibile utilità della detestata navetta tra i due rami del Parlamento”.

A loro il merito di aver proposto “la miglior soluzione possibile nelle condizioni date”, anche se per l’Anaao non si è “avuta la forza e il coraggio di disegnare un modello europeo di tipo ‘no blame’, basato sul principio dell’indennizzo e non del risarcimento, e di espellere reazioni avverse ed errori in sanità dall’ambito penale”.

“Il primo dato da apprezzare – evidenzia Troise – è avere avviato l’iter per la approvazione definitiva, un segnale dell’attenzione del Parlamento e del suo impegno a portare a soluzione legislativa una tematica in campo da oltre 20 anni, con l’obiettivo di assicurare la serenità della relazione di cura tra medici e pazienti. Positivo anche il richiamo alla centralità di un sistema di risk management all’interno di ogni azienda sanitaria, sia pubblica che privata, ed il fatto di avere accolto sia le richieste delle associazioni dei cittadini, sia quelle delle Organizzazioni sindacali dei medici, evitando sterili contrapposizioni. La novità più rilevante è, forse, nel passaggio dalla responsabilità contrattuale a quella extracontrattuale del medico dipendente, che dovrebbe arginare i comportamenti opportunistici e la lievitazione dei costi assicurativi”.

L’auspicio dell’Anaao è che ora il Senato, in seduta plenaria, discuta e licenzi il testo in tempi brevi, e che altrettanto faccia la Camera dei Deputati in modo che si possa arrivare ad approvare in via definitiva la legge entro l’anno.

“Certo, la medicina difensiva non scomparirà domani ed i suoi fantomatici costi non saranno immediatamente recuperati”,  sottolinea Troise,  concludendo che molto dipenderà dall’esegesi che farà la magistratura e dalla volontà delle aziende di investire sulla gestione del rischio clinico, a cominciare dall’assicurare livelli organizzativi adeguati.

 

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