Pena ridimensionata ma condanna confermata per una professionista accusata di omicidio colposo in relazione al decesso di una bimba morta alla nascita nel 2015 a Catania

Si è chiuso a Catania, il processo di appello sul decesso di una bimba morta alla nascita nel 2015. Il primo grado di giudizio si era concluso con la condanna per quattro operatori sanitari. La Corte territoriale ha assolto tre di loro – un neonatologo, un anestesista e un’ostetrica – accusati di falso, mentre ha condannato la quarta professionista indagata, una ginecologa, per la quale restavano in piedi le accuse di omicidio colposo e lesioni colpose.

Confermate, inoltre, le statuizioni civili nei confronti della dottoressa, così come nei confronti della clinica, chiamata in causa come responsabile civile. Le parti civili, ovvero i genitori della bimba, i nonni e l’Assessorato regionale alla Salute, dovranno quindi essere risarcite.

Come ricostruito nel procedimento, la mamma della piccola vittima, al termine di una gravidanza che fino a quel momento era apparsa normale, era stata ricoverata in una clinica del capoluogo di provincia siciliano in vista del parto.

Secondo l’ipotesi accusatoria, la ginecologa – come riporta la Provincia pavese “avrebbe effettuato un monitoraggio inadeguato della partoriente nella fase di travaglio” e, “non avvedendosi di una sofferenza fetale in atto”, avrebbe omesso colposamente di intervenire chirurgicamente con un parto cesareo. La condanna per lesioni personali, invece, si riferisce alla “mancata rimozione di una garza durante le fasi di applicazione dei punti di sutura post partum” alla mamma della vittima.

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