Disposti accertamenti per fare piena luce sulla tragica vicenda di una bimba partorita morta. Per l’Azienda sanitaria al momento non emergerebbero responsabilità degli operatori sanitari. La magistratura, intanto, ha aperto un fascicolo sul caso

L’azienda sanitaria provinciale di Catania ha disposto delle indagini in relazione al decesso di una bimba partorita morta ad Acireale. La Direzione ha inviato presso il nosocomio del centro siciliano i propri commissari “avviando così le verifiche interne su quanto accaduto” e assicurando la “massima trasparenza e tempestività nell’accertamento dei fatti”. Al momento – fanno sapere dall’Asp – non emergerebbero responsabilità degli operatori sanitari, anche se sono comunque in corso ulteriori approfondimenti. 

Intanto la Procura di Catania, su denuncia dei familiari della puerpera, ha aperto un fascicolo sul caso. Il reato ipotizzato nell’esposto, depositato dai legali della famiglia è di omicidio colposo. La Procura – come riportano i media locali – ha disposto il sequestro della cartella clinica, mentre nei prossimi giorni dovrebbe essere assegnato l’incarico per lo svolgimento dell’esame autoptico.

Secondo quanto riferito nella denuncia, la donna, primipara di 22 anni e moglie di un trentenne, sarebbe arrivata al termine della gravidanza in buone condizioni di salute così come il feto.

Almeno questo è quanto emergerebbe da tracciati e rilievi medici.

La piccola, che pesava 3,8 chilogrammi, sarebbe morta durante il parto naturale. Nonostante l’intubazione e la rianimazione, sarebbe deceduta per arresto cardiaco e per anossia.

Secondo l’ipotesi accusatoria formulata dalla famiglia, il personale avrebbe agito con imperizia. I dubbi riguardano, in particolare, la decisione di non intervenire con un cesareo. Ma su questo aspetto faranno chiarezza gli accertamenti medico legali, chiamati dunque  a stabilire le cause della morte, nonché eventuali responsabilità sanitarie nella tragica vicenda.

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