Accertata in primo grado la responsabilità di due dipendenti del Comune di Roma per il decesso di un motociclista morto nel dicembre del 2016 a causa di una buca sull’asfalto non segnalata e non transennata

Il Tribunale ha condannato a un anno e quattro mesi di reclusione, con sospensione della pena, due dipendenti del Comune di Roma, finiti a giudizio per omicidio stradale in relazione al decesso di un motociclista che perse la vita nel dicembre del 2016 a causa di un incidente determinato da una buca sull’asfalto non segnalata e non transennata.

Il due imputati erano accusati di aver “omesso di provvedere alla corretta manutenzione stradale di via Salaria”. Secondo il Pubblico ministero, inoltre, la cura della carreggiata “era dovuta d’ufficio anche a prescindere da eventuali segnalazioni sul percorso stradale dissestato”.

In base a quanto ricostruito, peraltro, la buca sarebbe stata oggetto di diverse segnalazioni, sia da parte degli utenti stradali che dai vigli di zona e dalla terza sezione della manutenzione stradale di Roma Capitale. Gli allarmi sul pericolo, tuttavia, sarebbero “rimasti inascoltati” dagli imputati, la cui colpa sarebbe “dimostrata anche dal fatto che, subito dopo l’incidente, provvedevano al riempimento e corretto livellamento della buca: dunque mezzi, personale e materiali per provvedere prima del sinistro non mancavano”.

Il Giudice ha poi stabilito che gli imputati, il cui legale ha fatto sapere di attendere le motivazioni della pronuncia per procedere con un eventuale appello, dovranno risarcire la famiglia della vittima in sede civile.

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