Se prima era riservata solo alle coppie infertili o sterili ora è possibile la diagnosi genetica pre-impianto per i portatori di Fibrosi Cistica

Fino a poco tempo fa in Italia le tecniche di procreazione medicalmente assistita (PMA) che prevedono la diagnosi genetica pre-impianto erano appannaggio solo delle coppie con problemi di fertilità secondo quanto stabilito dalla legge 40 del 2004.
Le novità in questo settore arrivano dalla regione Friuli Venezia Giulia dove con la sentenza N°96 del 14 maggio 2017 la Corte Suprema ha eliminato questo vincolo permettendo in questo modo alle coppie fertili ma portatrici di gravi patologie genetiche come appunto la fibrosi cistica, di avvalersi della PMA per per diventare genitori di un bambino sano.
Anche se i Livelli essenziali di assistenza (Lea) aggiornati a marzo 2017 non facciano ancora riferimento alla sentenza del 2015 l’assessore alla salute Maria Sandra Telasca ha dichiarato che la Regione Friuli Venezia Giulia sta lavorando per consentire all’interno del SSN la diagnosi pre-impianto a tutte quelle coppie portatrici di fibrosi cistica e anche altre malattie trasmissibili da genitore a figlio.
Si ricorda che la fibrosi cistica è la più comune fra le malattie genetiche gravi e nel nostro Paese esiste un portatore sano ogni 25 persone circa. La coppia di portatori sani ha inoltre una probabilità su quattro, per ogni gravidanza, di mettere al mondo un bambino malato e l’aspettativa di vita, sebbene la ricerca stia facendo numerosi passi avanti, spesso non supera i 40 anni.
Il sottosegretario alla Salute Davide Faraoni rassicura nuovamente sulla questione e, in risposta all’interrogazione sull’inserimento nei Lea della diagnosi genetica pre-impianto e dello screening genetico, ribadisce l’attività da parte del Ministero della Salute in merito alla ridefinizione del tariffario delle prestazioni per consentire alle coppie interessate l’accesso a queste prestazioni e assicurare in questo modo la salute del nascituro.
 
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