I camici bianchi erano finiti a giudizio a Roma per il decesso di una bimba di due anni, morta per il presunto errato posizionamento di un catetere venoso nel corso della preparazione di un trapianto di midollo osseo; la piccola, affetta da una grave forma di anemia falciforme, era deceduta per una emorragia nel giro di poche ore

Due anni e due mesi di reclusione. E’ la pena che dovranno scontare due chirurghi e un anestesista di una struttura sanitaria romana, condannati per omicidio colposo in relazione al decesso di una bimba di due anni, morta per l’errato posizionamento di un catetere venoso nel corso della preparazione a un trapianto di midollo osseo; un intervento necessario a causa della grave forma di anemia falciforme da cui era affetta la piccola.

Il fatto, come riporta il Corriere della Sera, risale al 2013. Nell’estate di quell’anno viene individuato un donatore compatibile al cento per cento, il fratellino di sette anni della bambina.

I genitori, di origini siciliane, decidono quindi di portare la figlia nella Capitale per sottoporla all’operazione.

La bimba viene ricoverata il 9 settembre e le vengono iniettati dei farmaci indispensabili per prepararla al trapianto, programmato per il mese di ottobre. La procedura per la somministrazione dei medicinali prevede l’utilizzo di un catetere venoso centrale, uno strumento che, tuttavia, secondo l’ipotesi accusatoria sostenuta dal Pubblico ministero, sarebbe stato posizionato scorrettamente e avrebbe finito per lesionare la vena scatenando una emorragia risultata poi fatale. La piccola, infatti, moriva nel giro di 48 ore.

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