Dieci medici sono indagati per lesioni colpose nei confronti di un 48enne che si era sottoposto a un intervento per l’inserimento di uno stent arterioso

Lesioni al cuore e amputazione di una gamba. Sono le conseguenze riportate da un paziente di 48 anni in seguito a un intervento per l’inserimento di un stent arterioso. La vicenda è raccontata dalla Gazzetta del Mezzogiorno.

L’uomo – come riferisce il quotidiano – si era già sottoposto a una angioplastica lo scorso maggio in una clinica del tarantino. Due mesi dopo sarebbe finito nuovamente sotto ai ferri per un nuovo stent. In quell’occasione, tuttavia, qualcosa sarebbe andato storto. Più specificamente, secondo l’ipotesi accusatoria, il sondino avrebbe bucato l’arteria, provocando anche una lesione al cuore.

Operato nuovamente d’urgenza, il paziente avrebbe avuto tre arresti cardiaci; quindi, a distanza di sei giorni sarebbe stato colpito da una ischemia alla gamba sinistra. Nonostante un nuovo intervento di rivascolarizzazione e il trasferimento all’ospedale di Taranto, i medici, verificate le gravissime condizioni dell’arto, hanno dovuto procedere con l’amputazione. Attualmente il 48enne sarebbe ancora ricoverato in terapia intensiva.

In seguito alle denunce presentate dai familiari la Procura del capoluogo di provincia pugliese ha aperto un fascicolo sul caso, disponendo il sequestro delle cartelle cliniche nonché dell’arto amputato, al fine di eseguire i dovuti accertamenti finalizzati a fare luce su cosa sia accaduto oltre che sull’eventuale sussistenza di responsabilità in capo al personale sanitario.

In vista degli esami peritali, la magistratura ha iscritto nel registro degli indagati, con l’ipotesi di reato di lesioni colpose in concorso, i nomi di 10 camici bianchi in servizio presso la clinica privata e nel nosocomio tarantino. Un atto dovuto per consentire loro di partecipare alle operazioni peritali attraverso i propri consulenti. Gli esiti delle consulenza, condotta da un medico legale e da un cardiologo, sono attesi entro 90 giorni.

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