Archiviata l’inchiesta che vedeva indagata una dottoressa dell’ospedale Maria Vittoria di Torino, accusata di omicidio colposo in relazione al decesso di un neonato morto per una broncopolmonite dopo essere stato dimesso dal nosocomio con una diagnosi di rinite e una terapia a base di aerosol

Definitivamente archiviato dal Tribunale di Torino il fascicolo a carico di una dottoressa in servizio all’ospedale Maria Vittoria, il cui nome era stato iscritto nel registro degli indagati nell’ambito dell’inchiesta sul decesso di un neonato morto per una broncopolmonite dopo appena 20 giorni di vita

Il piccolo era stato portato in ospedale il 31 gennaio 2019. Da alcuni giorni rifiutava il latte, continuava a tossire e dormiva quasi tutto il giorno. Dopo essere stato visitato, era stato dimesso con una diagnosi di rinite e la prescrizione di una terapia a base di lavaggi nasali e aerosol. Raccomandata anche un visita di controllo a distanza di 48 ore presso il medico curante.

La mattina del 2 febbraio, tuttavia, aveva perso i sensi. A nulla erano valsi i tentativi di rianimazione da parte dei soccorritori né la corsa in ospedale, dove era morto poco dopo l’arrivo.

In base a quanto appurato dall’autopsia, a causare la tragedia sarebbe stata una broncopolmonite “ab ingestis”, provocata da un virus entrato nei bronchi assieme a una piccola quantità di latte andato probabilmente “di traverso”.

I genitori avevano presentato una denuncia avanzando dubbi, in particolare, sul mancato ricovero del figlio. Ne era scaturita un’inchiesta per omicidio colposo, con l’iscrizione nel registro degli indagati di una dottoressa.

Ma secondo il Giudice per le indagini preliminari, che si è pronunciato sulla base di alcune consulenze tecniche, il camice bianco non commise errori. Nello specifico diagnosi e indicazioni terapeutiche, dati gli elementi clinici di quel momento, furono giuste. Inoltre non è detto che controlli medici svolti nelle 54 ore successive “avrebbero potuto evitare l’esito infausto” di una malattia che ebbe un’evoluzione “particolarmente rapida e grave”.

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