Sei medici sono indagati, come atto dovuto, per la tragedia che ha colpito una coppia salentina in attesa del secondogenito, morto poco prima di venire al mondo con un parto programmato
La Procura di Lecce ha aperto un’inchiesta per fare luce su quanto accaduto il 23 dicembre all’ospedale di Galatina, dove una gestante ha perso il bimbo che portava in grembo poco prima di un parto programmato.
Il Pubblico ministero ha iscritto nel registro degli indagati i nomi di sei operatori sanitari in servizio nel nosocomio del centro salentino, che hanno avuto in cura la donna durante la permanenza presso la struttura sanitaria.
Si tratta di un atto dovuto in vista di un accertamento irripetibile quale l’autopsia, in programma nelle prossime ore. I medici potranno così nominare i propri consulenti per prendere parte alle operazioni peritali.
L’inchiesta è partita dalla denuncia presentata dai genitori ai carabinieri del presidio fisso dell’ospedale.
In base a quanto riferito ai militari dalla coppia, in attesa di quello che avrebbe dovuto essere il loro secondogenito, la mamma sarebbe stata sottoposta a un primo tracciato, risultato regolare, a cui avrebbe fatto seguito la somministrazione del farmaco per stimolare la nascita.
Ma un secondo tracciato, eseguito a distanza di circa un’ora, avrebbe evidenziato l’assenza di battito del nascituro. Quindi, si è proceduto al parto del bimbo, già privo di vita.
La magistratura ha disposto il sequestro della piccola salma e della placenta in vista del conferimento per lo svolgimento dell’esame necroscopico. Dagli accertamenti medico legali si attendono dunque risposte circa le cause del decesso, nonché sulla sussistenza di eventuali responsabilità sanitarie per quanto accaduto.
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