Il Ministro dello Sviluppo e del Lavoro Luigi Di Maio ha parlato delle pensioni di cittadinanza: ecco di che si tratta

Dopo il reddito di cittadinanza, Luigi Di Maio rilancia con le pensioni di cittadinanza. Nel corso di un’audizione alla Camera, il ministro dello Sviluppo e del Lavoro, ha garantito che “nel reddito cittadinanza ci sarà anche la pensione di cittadinanza”.

Per il vicepremier è infatti “fondamentale garantire le pensioni minime sopra la soglia di povertà: serve cioè riequilibrare le risorse a favore delle pensioni sotto i 780 euro”, spiega ribadendo come tra l’altro “il superamento della legge Fornero sia la nostra priorità”.

Già nei giorni scorsi Matteo Salvini aveva parlato della introduzione di quota 100 “tenendo ben presente chi ha maturato anzianità contributiva di 41 anni”.

Ora Di Maio conferma in sostanza quanto già detto dal ministro degli Interni al Sole 24 Ore.

Dunque, la Quota 41 si farà, anche se il vicepremier lascia intendere che la priorità sarà la Quota 100.

Il punto su cui si dibatte ora, però, sono le tempistiche.

Sempre Di Maio, recentemente, ha annunciato che il reddito di cittadinanza partirà già dal 2019. Questo sebbene non sia ben chiaro da dove arriveranno i soldi e dove verranno reperite le risorse.

La novità è che, insieme al reddito di cittadinanza, arriverà anche la pensione di cittadinanza. Questo almeno secondo quanto annunciato dal vicepremier. Ma è ovvio che finché non verrà presentata la legge di Bilancio non c’è nulla di certo.

Di Maio ha però confermato e ribadito l’obiettivo di intervento sulle pensioni di privilegio per cui è stata firmata e depositata la proposta. In particolare, per quelle con gli assegni dai 4mila euro in su che non corrispondano ai contributi versati.

Positive le reazioni in merito alle pensioni di cittadinanza da parte del segretario confederale Uil Domenico Proietti.

“Consentire il pensionamento con quota 100 senza alcun vincolo – afferma Proietti – così come con 41 anni di contribuzione senza penalizzazioni, rappresenterebbero due misure utili per modificare la legge Fornero”.

Secondo il sindacato però “questi provvedimenti devono sommarsi, e non sostituirsi, alle importanti modifiche conseguite negli ultimi due anni a favore di chi svolge lavori gravosi, dei disoccupati, delle persone con gravi disabilità, di chi assiste un familiare disabile e dei lavoratori precoci”.

Infine, la Uil auspica l’apertura di un tavolo di confronto tra il ministero del Lavoro e Uil, Cisl e Cgil “per trovare delle soluzioni che rispondano alle attese dei lavoratori”.

 

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