Inaccettabili le norme su precariato e taglio delle retribuzioni

Un testo che delude i precari del Servizio sanitario nazionale, compresi quelli della ricerca biomedica, e non risolve in alcun modo la piaga poliennale del precariato del pubblico impiego, oltre che di quello sanitario. E’ un sonora bocciatura quella espressa dall’Anaao Assomed nei confronti del testo unico sul pubblico impiego bollinato dalla Presidenza del Consiglio e trasmesso alle Regioni per il parere.
Altrettanto inaccettabile, per l’Associazione dei medici e dirigenti del Ssn, è la perdita della retribuzione di anzianità dei medici e dirigenti sanitari cessati dal 2016, oltre al blocco delle risorse accessorie, prefigurando una nuova riduzione unilaterale dei fondi contrattuali; misure che accentuano la gravissima emorragia degli ultimi anni, con grave e irreparabile danno dei livelli retributivi, e previdenziali, dei dirigenti medici e sanitari.
In ultimo, si arriva a proporre la progressiva armonizzazione dei trattamenti economici accessori del personale dirigenziale e non dirigenziale, attraverso la ‘graduale convergenza dei medesimi trattamenti’, mediante la ‘differenziata distribuzione’ delle risorse. “In altre parole – spiega l’Anaao – si propone una distribuzione “rovesciata” delle risorse, peraltro esigue a dispetto del merito, dichiarando esplicitamente di voler umiliare la dirigenza medica e sanitaria ribaltando le logiche e le norme che regolano la retribuzione del lavoro sia in area pubblica che privata”.
Il sindacato fa sapere dunque che segnalerà l’inaccettabilità di tali norme al Consiglio di Stato e preannuncia in ogni caso il ricorso in sede amministrativa per eccesso di delega.

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