Si discute sulla proposta piramidale avanzata dal Ministero della salute; per Anaao temporizzazione eccessiva del percorso

Potrebbero esserci buone notizie sul fronte della ricerca; una possibile soluzione all’annosa questione della precarietà del rapporto di lavoro dei professionisti addetti alla ricerca sanitaria nel nostro Paese, apprezzati in tutto il mondo per i risultati scientifici, ma sottoposti, a livello nazionale, a varie tipologie di rapporto di lavoro, tutte prive delle tutele fondamentali. Si tratta di oltre quattromila unità – sottolinea Anaao Assomed, Associazione Medici e Dirigenti del Ssn – con anzianità lavorative anche consistenti, sino a dieci o quindici anni, svolti nelle forme del lavoro atipico.

La proposta cosiddetta piramidale, avanzata dal Ministro Lorenzin, prevede un contratto di lavoro a tempo determinato che si sviluppa in fasi a verifica, sino ad un massimo di quindici anni, cui si accede con una forma concorsuale da definire. Rispetto a tale proposta l’Anaao Assomed fa sapere di ritenere che “la durata del percorso a tempo configuri una temporizzazione eccessiva che andrebbe ridotta, prevedendo verifiche positive dei risultati di ricerca, prima di consentire l’accesso a rapporti a tempo indeterminato”. Per quanto riguarda gli aspetti relativi alle forme di opzione verso la stabilizzazione nel comparto ricerca ovvero verso il S.S.N., l’Associazione suggerisce di “valutare anche gli esiti del tavolo in corso sull’ipotesi di ddl ex art. 22 del Patto per la Salute”. Esiste comunque, spiega l’Associazione – la possibilità di una norma all’interno del prossimo ddl Stabilità che delinei la soluzione di regime e la soluzione transitoria, prevedendo uno stanziamento economico che consenta uno scenario di accesso al nuovo rapporto per la complessiva consistenza attuale del precariato degli IRCCS e degli IZS, segnalati questi ultimi espressamente dall’Associazione stessa.

Rispetto all’ipotesi di collocazione nell’area contrattuale del comparto della sanità, l’Anaao Assomed, inoltre, afferma che “non accetterà alcuna ipotesi che non preveda che i medici ed i biologi e le altre categorie professionali della ricerca sanitaria, vengano collocati dal punto di vista contrattuale nell’area della Dirigenza medica e sanitaria”.

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