Per Anaao Assomed “il Governo non ha più alibi per definire il finanziamento, come stabilito dalla legge di stabilità, e in tempi brevi, superando tatticismi e interessi di bottega, dare spazio alla nuova stagione contrattuale”

Via libera al rinnovo (che si attendeva ormai da 8 anni) dei contratti pubblici per gli anni 2016-2018: l’intesa con i sindacati è stata raggiunta nella notte dopo una riunione fiume dell’Aran ha permesso di definire le aree contrattuali di impiego.

Sul tavolo del confronto, il testo con il quale si recepiscono le indicazioni che erano emerse dall’atto di indirizzo del Ministro Madia.

L’intesa (che era diventata indispensabile dopo la sentenza n. 178 emessa dalla Corte Costituzionale lo scorso anno), ha permesso di delineare quattro aree contrattuali che faranno riferimento ai comparti della Pubblica Amministrazione:

– Funzioni Centrali

– Funzioni locali

– Istruzione e ricerca

– Sanità

Per quel che riguarda quest’ultimo, si precisa che la contrattazione comprenderà il personale non dirigente dipendente da Asl, Ao, Aou, Izs, Irccs, Rsa, Arpa, Agenas e Inmp.

L’Intesa precisa poi che l’area della dirigenza della sanità comprende i dirigenti delle amministrazioni del comparto Sanità, ad esclusione dei dirigenti amministrativi, tecnici e professionali che, come già previsto dalla riforma della Pa e ribadito nell’atto di indirizzo del febbraio scorso, rientreranno nell’area Funzioni locali.

Nell’area della dirigenza sanitaria sono da intendersi anche i dirigenti delle professioni sanitarie (come da legge 251/2000): si intendono quindi  dirigenti infermieri, dirigenti ostetriche, dirigenti tecnici sanitari, della riabilitazione e della prevenzione.

“Dopo l’atto di indirizzo del Ministro della Funzione Pubblica, la conclusione della trattativa sulle aree rappresenta il passo decisivo per la ripresa della stagione contrattuale” ha spiegato Anaao Assomed in un comunicato. “L’accordo-quadro accoglie i criteri di specificità, numerosità ed affinità del servizio come fondamentali per la determinazione delle aree, come da tempo chiesto”.

Per questo motivo, “la dirigenza medica e sanitaria per numerosità, specificità dell’iter formativo, modalità di accesso, diversa origine giuridica, oltre che per la peculiarità dell’attività svolta al servizio dei cittadini, ed i particolari istituti economici e normativi, ha un’area autonoma, messa in discussione dalla legge n. 150 del 2009 e da quanti non vedevano di buon occhio l’autonomia contrattuale dei medici e dei dirigenti sanitari.

Sul piano politico, il Governo non ha più alibi per definire il finanziamento, come stabilito dalla legge di stabilità, e in tempi brevi, superando tatticismi e interessi di bottega, dare spazio alla nuova stagione contrattuale. Se un investimento è da fare in sanità, il Ccnl è l’occasione buona per rivalutare il suo capitale umano e porre le premesse per garantire la sostenibilità del Ssn”.

- Annuncio pubblicitario -

LASCIA UN COMMENTO O RACCONTACI LA TUA STORIA

Per favore inserisci il tuo commento!
Per favore inserisci il tuo nome qui