Tommasa Maio (Fimmg Continuità assistenziale): subito lo status di pubblico ufficiale per arginare le aggressioni

“Il fenomeno delle aggressioni contro il personale sanitario e in particolare contro i medici di Continuità Assistenziale che lavorano di notte rimane purtroppo una seria emergenza. Non c’è più tempo da perdere di fronte ad una escalation di violenza che riusciamo a documentare solo in parte. Servono soluzioni definitive. Chiediamo con forza il riconoscimento dello status di pubblico ufficiale, ritenendolo strumento indispensabile per arginare queste violenze”. Lo dichiara il segretario nazionale di FIMMG Continuità Assistenziale, Tommasa Maio.

“Il problema della sicurezza – sottolinea – è un tema complesso che necessita di interventi su molteplici fronti. Ma appare evidente che una vera tutela non possa essere garantita senza leggi adeguate che sanciscano tre punti fermi: il riconoscimento dello status di pubblico ufficiale, la procedibilità d’ufficio per chiunque aggredisca un operatore in servizio, un aggravamento delle pene previste”.

Per Maio, inoltre, il riconoscimento dello status di pubblico ufficiale ha un forte valore simbolico.

“Chi colpisce un medico di Continuità Assistenziale – rimarca – deve sapere che sta colpendo un servitore dello Stato e che come tale lo Stato non può non proteggere ai massimi livelli. La recente notizia dell’impunibilità di un soggetto, che non sarà perseguito nonostante abbia violentato un medico in servizio perché il reato venne denunciato oltre i termini, è emblematico e rappresenta una ulteriore violenza”.

In base al “Dossier violenza” realizzato da FIMMG Continuità Assistenziale, le violenze denunciate contro gli operatori sanitari nel 2019 sono circa 1200. In Italia si verificano in media 3 aggressioni al giorno, il numero potrebbe essere anche più alto calcolando gli episodi non denunciati. A farne le spese sono principalmente le donne che essendo le più numerose sono bersaglio di aggressioni nel 68% dei casi. La fascia oraria più a rischio è la notte con il 65% delle aggressioni.

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