Epifani (Responsabile Nazionale Area Formazione e Prospettive): fissare il prima possibile una nuova data per l’esame di Stato rinviato per l’emergenza coronavirus

“Il coronavirus è arrivato in Italia. Il nostro sistema sanitario sta reagendo, le forze politiche sono concentrate sul contenimento dell’epidemia, migliaia di medici stanno facendo del loro meglio per curare i pazienti, spesso in condizioni di totale assenza di protezione individuale”. A dichiaralo è Delia Epifani, Responsabile Nazionale Area Formazione e Prospettive Sindacato Medici Italiani.

“Si sono susseguiti provvedimenti urgenti – aggiunge la responsabile sindacale – per far fronte all’emergenza: tra questi, due hanno riguardato in particolar modo i giovani medici, influendo sul loro accesso al mondo formativo e lavorativo. L’esempio eclatante è stato rappresentato dal fatto che l’esame di abilitazione all’esercizio della professione medica è stato rinviato a data da destinarsi. In questo modo, laureati in medicina non ancora abilitati si sono trovati nella paradossale situazione di dover iniziare il corso di medicina generale e non essere iscritti all’Albo. Poi, in fretta e furia, è stato emanato un nuovo provvedimento per consentire loro di iniziare ugualmente. Prima dell’iscrizione all’Ordine dei Medici. Nel frattempo, nuovo provvedimento urgente: esame di abilitazione sbloccato, si può organizzare di nuovo”

Per Epifani, l’emergenza coronavirus va ad abbattersi e peggiorare una condizione che dura talmente da tanti anni che forse non può più essere chiamata emergenza: la carenza di medici specialisti, in particolare i medici di medicina generale.

Ad aggravare ulteriormente la situazione, ci sarebbe poi il limite temporale sull’utilizzo delle graduatorie del concorso per l’accesso al corso di medicina generale, attualmente ancora fissato a 60 giorni dall’inizio del corso. “Cosa comporta tutto ciò per i giovani medici? La creazione di disparità. Perché – chiarisce il Responsabile Nazionale Area Formazione e Prospettive dello SMI – da una parte abbiamo dei laureati in Medicina e Chirurgia che, a prescindere dalla loro iscrizione ad un albo professionale, potranno iniziare un corso di formazione specifica, dall’altra la presenza di laureati che non possono accedere alla professione finché non viene fissata una nuova data per l’esame di Stato”.

A ciò si aggiunge l’assenza della proroga dell’utilizzo delle graduatorie d’accesso al Corso di Medicina Generale che, secondo lo SMI, rischia di mandare in fumo numerose borse di studio e di numerose possibilità di accesso alla formazione per i giovani medici.

“Si è generata perciò – sottolinea ancora Epifani – una situazione paradossale, che è urgente risolvere. Pur essendo convinti della necessità di garantire ai medici vincitori di concorso l’inizio delle attività formative, riteniamo che far iniziare queste attività senza l’iscrizione all’albo sia una scelta che apre numerosi problemi sulla tutela dei colleghi stessi. Come saranno inquadrati da un punto di vista assicurativo? A che titolo svolgeranno il tirocinio formativo? Ci sarà disparità di formazione tra un corsista iscritto all’albo e uno non iscritto? Tutte domande a cui sarebbe interessante trovare una risposta”.

Lo SMI rimarca quindi la necessità di ottimizzare le risorse. “Per farlo – conclude Epifani – la strada da percorre è solo una: fissare una nuova data per l’esame di Stato il primo possibile, consentire a tutti i laureati di abilitarsi e prorogare l’utilizzo delle graduatorie per l’accesso al corso di Medicina Generale. Le risorse sono poche. I medici sono pochi. Usiamo al meglio ciò che abbiamo”.

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