Il medico era accusato di aver operato una paziente per la rimozione di una neoplasia senza averle poi comunicato, per circa un anno, l’esito dell’esame istologico

Per un anno, dopo aver operato una paziente per un tumore, non le avrebbe comunicato l’esito dell’esame istologico e non le avrebbe prescritto alcuna terapia aggravando, di fatto, le sue condizioni di salute nonostante l’intervento. Il medico, inoltre, avrebbe anche alterato il cartellino di dimissione della donna.

La Corte territoriale di Lecce, ha confermato la condanna in appello del direttore della struttura complessa di chirurgia generale di un presidio ospedaliero di provincia. Per il camice bianco, dunque, non muta la pena stabilita dal giudice di primo grado di un mese di reclusione per il reato di lesioni e di 12 mesi per falso materiale commesso da pubblico ufficiale, con beneficio della sospensione della pena e della non menzione.

Secondo quanto ricostruito dal Corriere Salentino la vicenda ebbe inizio nel marzo del 2010 quando il professionista avrebbe sottoposto la donna, nel frattempo deceduta, a un intervento chirurgico per la rimozione di una neoplasia del colon discendente. Effettuato l’esame istologico, tuttavia, il dottore avrebbe omesso di comunicarne i risultati sua assistita alla l’esito dell’esame istologico sino al marzo dell’anno successivo omettendo, quindi, di avviare un qualsiasi trattamento terapeutico.

Secondo l’accusa, dal momento che era stato asportato un tumore con elevatissimo rischio di recidiva, sarebbe invece stato necessario effettuare una specifica cura entro sei-otto settimane dall’intervento chirurgico protraendola per 6-12 settimane.

Con la sua condotta, dunque, l’indagato avrebbe causato un aggravamento delle condizioni di salute della paziente con l’evoluzione della malattia. Stando agli atti processuali relativi alle accuse di falso, poi, il dottore avrebbe  apposto al cartellino di dimissione ospedaliera la dizione “adenocarcinoma metastasi linfonodale margini indenni”.

Alla conferma della condanna si aggiunge quella della provvisionale di 24 mila euro che il professionista dovrà versare agli eredi della vittima, in attesa che la cifra del risarcimento del danno venga definita in separata sede.

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